PIAZZA ROSSA Una volta arrivato a Mosca, nel seminterrato del gia’ noto dissidente Viktor Krasin, incontra alcuni di quelli che poi, di li’ a pochi giorni, sarebbero diventati i protagonisti della cosiddetta “manifestazione dei sette”. “Natalia Gorbanevskaya e’ stata tra le menti di quell’azione, ha pensato lo slogan poi simbolo della nostra protesta ‘Per la vostra e la nostra liberta””, ricorda Fainberg. Cosi’, il 25 agosto del 1968, a mezzogiorno in punto in Piazza Rossa, il luogo piu’ sorvegliato dell’Unione sovietica di Brezhnev, a pochi passi dalla sede del famigerato Kgb, Fainberg, la Gorbanevskaya e altri quattro compagni (Konstantin Babitsky, Larisa Bogoras, Vadim Delaunay, Vladimir Dremlyugae e Pavel Litvinov) si siedono e srotolano i loro striscioni di protesta, con diversi slogan: “Stiamo perdendo i nostri amici migliori”, “Lunga vita a una Cecoslovacchia libera e indipendente”, “Vergognatevi occupanti”. “Prima di arrivare in Piazza Rossa ho dovuto seminare due agenti dei servizi segreti, che mi avevano seguito fin da casa; – dice Fainberg – la Gorbanevskaya, invece, aveva portato gli striscioni, nascondendoli dentro la carrozzina del figlioletto di tre mesi. Senza quel neonato non ci sarebbe stata nessuna protesta”. La polizia si scaglia addosso al gruppo di manifestanti, dopo pochi minuti.
PUTINIZZAZIONE Dopo cinque anni, le autorita’ decidono di liberarlo e per sbarazzarsene gli danno la possibilita’ di emigrare all’estero, da dove continua a occuparsi di diritti umani, fino a oggi. “Quando sono uscito, non ho provato alcuna felicita’, perche’ ho continuato a sentire dietro le mie spalle l’ombra del regime sovietico”. Oggi Fainberg non si pente di quel gesto eroico e si dice “soddisfatto”, perche’ 50 anni dopo la “manifestazione dei sette”, in Russia si continua a scendere in piazza, usando lo slogan “Per la vostra e la nostra liberta’”; come e’ successo nei cortei delle proteste anti-governative, del 2011-2012. Anche se il suo paese, oggi, gode sicuramente di maggiori liberta’, di quanto non fosse sotto l’Urss, Fainberg ritiene che alcuni aspetti siano peggiori di allora. “Durante l’Unione sovietica la gente almeno cercava un’alternativa al regime: poteva essere l’Occidente o la democratizzazione del socialismo; oggi, invece, questo non c’e’. L’Occidente, inoltre, e’ in profonda crisi e sembra in ginocchio davanti a Vladimir Putin, che se ne approfitta. Pochi mesi fa, per esempio, nessuno avrebbe immaginato questa putinizzazione della Francia”.