Oggi, 20 dicembre, rappresenta una data cruciale per Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, poiché il tribunale di Palermo emetterà il verdetto nel processo Open Arms. Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave della ONG spagnola Open Arms nell’agosto del 2019, quando ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno. La procura ha chiesto una condanna a sei anni di carcere per il vicepremier, che ha già dichiarato di non dimettersi in caso di condanna.
Il caso ha avuto inizio quando, il 14 agosto 2019, la nave Open Arms ha soccorso 147 migranti in tre operazioni distinte. Nonostante l’esistenza di un “chiaro e preciso obbligo” di assegnare un porto sicuro, per i pm Salvini ha negato lo sbarco per 19 giorni, causando una violazione della libertà personale dei migranti a bordo. La difesa di Salvini, guidata dall’avvocata Giulia Bongiorno, sostiene che le sue azioni rappresentassero una legittima scelta politica per la difesa dei confini italiani e accusa la Ong di aver esasperato la situazione per ottenere visibilità mediatica e far dimettere l’allora ministro degli Interni, Salvini.
Il processo ha suscitato un ampio dibattito politico, con figure come Elon Musk che hanno espresso solidarietà verso Salvini, definendo “assurdo” il suo processo. Durante un recente summit a Bruxelles con altri leader europei, tra cui Viktor Orban e Santiago Abascal, Salvini ha ricevuto ulteriore sostegno politico, con partecipanti che indossavano magliette con il suo volto e citazioni dalla Costituzione italiana.
Il processo ha visto un totale di 25 udienze e l’ascolto di 45 testimoni, inclusi ex membri del governo Conte I, come gli ex ministri Trenta e Toninelli, che hanno confermato che la decisione di vietare lo sbarco era esclusivamente di Salvini. L’ex premier Giuseppe Conte ha anche dichiarato di aver sollecitato Salvini a far sbarcare i minori a bordo della Open Arms, evidenziando la responsabilità diretta del vicepremier nella gestione della crisi.
La sentenza attesa potrebbe avere ripercussioni significative non solo per Salvini ma anche per le politiche italiane ed europee riguardanti l’immigrazione e i diritti umani. Se condannato, Salvini avrà la possibilità di ricorrere in appello, prolungando ulteriormente una vicenda già complessa e controversa. La sua posizione continua a polarizzare l’opinione pubblica italiana (e non solo), rendendo il caso emblematico delle attuali tensioni politiche in Europa riguardo alla gestione dell’immigrazione.