Verso Fase 2, i primi settori a uscire dal lockdown. Ipotesi confini chiusi delle regioni

Verso Fase 2, i primi settori a uscire dal lockdown. Ipotesi confini chiusi delle regioni
18 aprile 2020

L’edilizia e le “attività immobiliari”, gli “autoveicoli” e gli “altri mezzi di trasporto”, la “silvicoltura e l’utilizzo aree forestali”, l’estrazione di “minerali metalliferi e da cave e miniere”, “l’industria del tabacco”, “l’abbigliamento e la fabbricazione di articoli in pelle e simili”, la “metallurgia”, i “mobilifici”. Sono questi i primi settori che potrebbero uscire dal lockdown delle prossime settimane, secondo la tabella di riepilogo delle classi di rischio e aggregazione sociale messa a disposizione della task force presieduta da Colao, di cui Askanews ha potuto prendere visione. Dal 4 maggio potrebbe riprendere anche la libera circolazione delle persone, ma con un limite: per le due settimane successive non si dovrebbero poter superare le frontiere regionali.

Sulle scelte finali inciderà ovviamente il parere del ministero della Salute e degli esperti del comitato scientifico, gli unici in grado di fornire i dati che Palazzo Chigi è chiamato a tradurre in decisione politica. Ma la soluzione di un divieto interregionale andrebbe soprattutto incontro alla domanda dei governatori del Centrosud, come Vincenzo De Luca, che temono di dover affrontare il contagio di ritorno, causato dall’allentamento prematuro delle limitazioni alle attività produttive del Nord, e dal rientro di migliaia di cittadini da Nord verso il Mezzogiorno, con il rischio di generare nuove emergenze. Tornando ai primi settori che potrebbero uscire dal lockdown delle prossime settimane, la lista delle attività è stata stilata dividendo i settori produttivi in vari colori che vanno dal verde (rischio basso) fino al rosso (rischio alto) e che valutano anche il livello di aggregazione sociale che comportano.

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Dopo i settori colorati di verde e con un rischio di aggregazione sociale basso, si passa ad altri settori, come il commercio al dettaglio che è considerato a rischio medio-basso ma con un livello di aggregazione di secondo livello e i servizi di ristorazione che sono considerati a rischio medio-basso ma con un alta incidenza di aggregazione sociale (livello 3). I primi settori a ripartire, tra quelli a rischio medio basso, secondo quanto si apprende, potrebbero essere quello della moda, i cantieri edili, i mobilifici, l’automotive. “E’ probabibile e potrebbero ripartire anche prima del 4 maggio – spiega un esponente di governo -. Molto dipenderà anche dall’incontro con i sindacati, che non è stato ancora convocato ma che ci sarà a breve. Se ci sarà intesa sulle misure di sicurezza si potrebbe partire”.

Ipotesi su cui, comunque, Palazzo Chigi invita alla massima prudenza. Le date che circolano, spiegano fonti della Presidenza del Consiglio, o “non hanno alcun tipo di fondamento” o si tratta di “ipotesi che sono ancora allo studio”. Dunque è meglio evitare “anticipazioni, indiscrezioni e fughe in avanti”. L’organizzazione della fase 2, comunque, sarà all’ordine del giorno anche della riunione, domani, della cabina di regia in cui siedono il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, rappresentanti degli enti locali e delle parti sociali. L’obiettivo è quello di arrivare a un accordo condiviso e omogeneo su tutto il territorio nazionale.

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