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Verso le Politiche, da Letta ultimo appello a Calenda: oggi la decisione

Ieri sera contatti telefonici, tra Enrico Letta e Carlo Calenda, oggi alle 11 l’incontro, al gruppo Pd della Camera, cui parteciperà anche il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova. Lì si prenderà la decisione definitiva sull’eventuale alleanza, assicurano da entrambe le parti. Sapendo che le carte ormai sono tutte sul tavolo: quello di domani sarà dunque “l’ultima possibilità”, spiegano dal Nazareno, per arrivare a un centrosinistra davvero “plurale”. Insomma, oggi “in un senso o nell’altro si chiude”.

Consapevoli delle difficoltà dopo che un accordo – ribadiscono dal Nazareno – era stato trovato giovedì sera all’Arel, con tanto di stretta di mano tra Calenda e Letta, “con un’intesa anche sui collegi uninominali, senza i veti poi aggiunti da Calenda”. Un dietrofront considerato “molto grave” dal Nazareno, che tuttavia, “senza ingenuità”, manifesta ancora “la consapevolezza che una forza che rappresenta un quarto degli elettori deve avere un surplus di pazienza” per arrivare a quel fronte ampio necessario “per fermare la destra estrema”, una responsabilità che “abbiamo tutti”. Un fronte che può ancora ricomprendere anche Italia Viva, anche se “Renzi nel caso se lo prende Calenda”.

A ora le carte del Pd non cambiano: l’appello di Letta – messo nero su bianco nella riunione allargata della segreteria e poi ribadito ‘a voce’ nell’incontro con i sindaci Dem – è rivolto a “tutte le forze democratiche”. Da quelle “liberali, riformiste, conservatrici a quelle più di sinistra, ambientaliste”, e “senza che si cominci con i veti e le esclusioni soprattutto personali”. Chiaro riferimento ai veti su Bonelli e Fratoianni e al giudizio di Calenda su Di Maio: “‘Quello è incompetente…’ ma che modo è? È un modo con cui sinceramente faccio fatica”, dice Letta parlando ai sindaci Dem. Da Azione e +Europa riconoscono che un accordo giovedì c’era, ma poi “le pressioni dalla base” hanno condotto al “ripensamento”. Assicurano che l’intenzione di arrivare a un’intesa c’è ancora ma la chiave, insistono, è “evitare candidature divisive negli uninominali”. Insomma, via Bonelli e Fratoianni dagli uninominali, liberando anche “altri due collegi sicuri per esponenti Pd”, “e poi il diritto di tribuna comunque per loro è assicurato dal proporzionale”.

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redazione