Election Day 2019 amaro per Donald Trump, mentre la sua difesa sulla richiesta di impeachment comincia a scricchiolare e dal 13 novembre gli americani potranno vedere in tv le deposizioni dei testimoni al Congresso. Tempi duri per il capo della Casa Bianca. Presentato dal vice presidente, Mike Pence, come un “referendum su Trump”, il primo test dopo l’avvio della procedura per la messa in stato d’accusa, ad un anno dalle presidenziali del 2020, ha visto il trionfo dei democratici in Virginia per la prima volta da un quarto di secolo: il partito dell’Asinello controlla entrambe le Camere del Parlamento, strappate ai repubblicani, e il governo dello Stato, con Ralph Northam al timone dal gennaio del 2018. In Kentucky, uno degli stati piu’ repubblicani d’America, non e’ stata ancora ufficializzata l’elezione a governatore del democratico Andy Bershear, tutt’altro che scontata visto lo 0,4% di scarto, (49,2% contro 48,9%, solo 5100 voti su 1,4 milioni) nei confronti del repubblicano Matt Bevin, che non ha riconosciuto la vittoria del rivale.
Ma in Kentucky, nel 2016, quando fu eletto presidente, Trump vinse con uno scarto di 30 punti sulla rivale democratica Hillary Clinton. Secondo i repubblicani ha perso un candidato debole, privo di emozioni, l’opposto di Trump. Il presidente si era speso per il governatore Bevin, al punto da chiudere personalmente la campagna elettorale. “Se perdete – aveva detto – diranno che Trump ha subito la piu’ grande sconfitta della storia del mondo. Non potete lasciare che mi accada questo”. Sull’esito del voto pesa la scarsa popolarita’ del 52enne Bevin che ha ingaggiato una dura lotta contro sindacati e insegnanti. La vittoria di Bashear (attuale procuratore generale dello Stato e figlio di Steve Beshear, 61esimo governatore del Kentucky, dal 2007 al 2015, ovvero il predecessore di Bevin), se confermata, alimenta invece le flebili speranze dei dem di scalzare il prossimo anno il leader di maggioranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnel che correra’ per la rielezione.
McConnell e’ riuscito pero’ a far eleggere alla carica di procuratore generale il primo repubblicano dopo settant’anni e il primo afroamericano della storia: Daniel Cameron. A consolare il presidente, il Mississippi, dove ha vinto il repubblicano Tate Reeves. Qui si e’ riconfermata vincente la linea del Gop contraria all’estensione dell’assistenza sanitaria, uno dei pilastri della campagna democratica per le presidenziali. Il duello e’ stato una specie di referendum sull’ampliamento dell’assistenza medica: Reeves si e’ sempre opposto, mentre l’avversario, il democratico Jim Hood, aveva promesso di allargare la copertura ad altre centomila persone per ora escluse. L’urna ha confermato quello che molti sondaggi registrano da mesi: la maggioranza degli americani non vuole la svolta “socialista” sul sistema sanitario, proprio uno dei pilastri del programma politico dei potenziali avversari di Trump nella corsa alla Casa Bianca del 2020.