Vertice Biden-Putin a Ginevra, clima “costruttivo” e “un lampo di fiducia”

Vertice Biden-Putin a Ginevra, clima “costruttivo” e “un lampo di fiducia”
Joe Biden e Vladimir Putin
17 giugno 2021

Con Joe Biden c’è stato “un baleno di fiducia”, dice Vladimir Putin e, come diceva Lev Tolstoj, “bisogna tenerseli cari” i rari e fulminei momenti di felicità. L’incontro a Ginevra tra i presidenti russo e statunitense non sembra aver fruttato concrete decisioni, ma Putin e Biden assicurano che il clima è stato costruttivo – “non c’è stata animosità”, per dirla con il leader del Cremlino – insomma il dialogo in qualche modo è ripartito. Poco più di quattro ore di colloqui, un po’ meno del previsto, tanto che quando Biden è uscito da Villa Legrange si è pensato a una rottura.

Invece l’inquilino della Casa Bianca ha alzato il pollice: tutto ok o comunque come previsto e via in albergo, a guardare a distanza la conferenza stampa di Putin, tenuta un’ora prima rispetto a quella del presidente americano. A Putin dunque è spettato l’annuncio dell’imminente ritorno degli ambasciatori russo e statunitense nelle rispettive sedi diplomatiche, atteso dalla vigilia. I due presidenti hanno deciso di avviare consultazioni sulla stabilità strategica a livello governative e sull’argomento c’è una dichiarazione congiunta. Hanno deciso che si può cooperare sul clima, sull’Artico, dell’Ucraina e relative aspirazioni Nato “abbiamo parlato sommariamente”, secondo Putin. Biden gli ha concesso che la Russia “è sempre stata una grande potenza internazionale” anche se “deve cambiare approccio”.

Non è stato annunciato lo scambio di detenuti di cui si era parlato alla vigilia, “ne parleremo, si può trovare un compromesso”, ha detto Biden durante la sua conferenza stampa, in cui ha esordito affermando che “la mia agenda non è contro la Russia, ma è per gli americani, la mia responabilità come presidente è difendere i nostri valori democratici e proteggere libertà fondamentali e i diritti umani”. La conferenza stampa al presidente russo è servita anche a togliersi qualche sassolino, ma senza andare troppo all’attacco. Dell’oppositore Aleksey Navalny, in carcere, ha detto che “ha ripetutamente ignorato le richieste della giustizia. Ha deciso di essere arrestato” e la sua organizzazione, ora smantellata, “ha incitato pubblicamente a disordini pubblici e rivolte, ha pubblicamente cercato la partecipazione dei minori, il che viola la legge, e pubblicamente dava istruzioni su come fabbricare cocktail Molotov, per poterli usare contro le forze dell’ordine”.

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Biden gli ha dato del killer? I leader sono responsabili di tutto, quindi se nel tuo Paese muoiono degli innocenti, sei un assassino, è stato il ragionamento di Putin. E “guardate, per le strade delle città americane, ogni giorno viene ucciso qualcuno (..)”, poi “prendiamo l’Afghanistan. Hanno ucciso 120 persone in un colpo, hanno devastato un matrimonio”. I diritti umani? La base-prigione di “Guantanamo non è ancora stata chiusa”. Sulla questione dei cyberattacchi Putin ha detto che la Russia non figura tra i primi Paesi che li lanciano contro gli Usa e delle 45 richieste di spiegazioni inviate da Mosca agli Usa, 35 sono rimaste inevase. Biden ha detto che gli Usa risponderanno ai nuovi attacchi, “abbiamo capacità cibernetiche molto importanti”.

“Tra 3-6 mesi potremo dire se le cose su cui ci siamo accordati hanno funzionato, se saremo più vicini a una stabilità strategica rafforzata, è un banco di prova. Noi ci siamo impegnati, non sto dicendo che tutto funzionerà, dico che abbiamo degli accordi e mi auguro che funzionerà”, ha concluso il presidente Usa, secondo cui “l’ultima cosa che vuole Putin è la guerra fredda o la guerra nucleare” e “non è la situazione degli anni Sessanta”. Putin l’ha buttata in filosofia di vita, citando Tolstoj. “Sapete, Lev Tolstoj una volta disse: non c’è felicità nella vita, se non brevi lampi. Conservali con cura”. E “mi pare che in una situazione del genere non possa esserci una fiducia come la si ha in famiglia, ma mi sembra che un baleno ci sia stato”. Quanto a “nuove illusioni” dopo il vertice, “non ne avevo neppure di vecchie (..) Qui di illusioni non possono essercene”.

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