Nel fine settimana tutti i riflettori saranno accesi su Osaka, in Giappone, dove il 28 e il 29 giugno i leader della Terra si riuniranno per il vertice del G20, durante il quale dovrebbe essere discussa una vasta gamma di argomenti. Le attese dei media sembrano però concentrate sulla possibilità che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e quello della Cina, Xi Jinping, raggiungano un accordo che metta fine alla guerra commerciale tra i due Paesi. Gli Stati Uniti hanno rapporti complicati non solo con la Cina ma anche con la Russia, con le relazioni considerate al punto più basso dai tempi della Guerra Fredda.
Un occhio attento sarà quello dell’Ucraina, visto che uno degli argomenti discussi dovrebbe essere la fine dell’aggressione di Mosca. Trump e Putin saranno impegnati nel primo vertice da quando Volodymyr Zelensky è diventato presidente dell’Ucraina. Xi secondo alcuni commentatori potrebbe legare i negoziati sul commercio alla questione della Corea del Nord, per incassare più concessioni dalla Casa Bianca. Si dovrebbe inoltre discutere di diplomazia del gas, con il gasdotto Nord Stream 2 in agenda.
Oltre a Stati Uniti e Cina, del G20 fanno parte Argentina, Australia, Brasile, Canada, Unione Europea, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Corea del Sud, Turchia e Regno Unito. La Spagna è ospite permanente. L’organismo fu istituito nel 1999 per ampliare il mandato del G7 – che riunisce le nazioni più potenti del mondo – e il suo principale mandato è “prevenire le future crisi finanziarie internazionali”. Il G20 fa ruotare i presidenti e i leader inizialmente si incontravano due volte all’anno, ma dal 2011 la periodicità è stata dimezzata. I vertici sono di solito preceduti da incontri ministeriali tra i titolari del Commercio, delle Finanze e i governatori delle rispettive banche centrali, che servono a delineare l’agenda per le riunioni tra i più potenti leader della terra.
I vertici dei leader hanno solitamente temi di carattere generale. A Buenos Aires, lo scorso anno, c’erano “il futuro del lavoro, le infrastrutture per lo sviluppo e un futuro alimentare sostenibile”. I lavori cruciali si svolgono però spesso e volentieri negli ‘a margine’, come quando Trump e Xi durante una cena di lavoro in Argentina raggiunsero un accordo per rinviare l’aumento dei dazi nella loro guerra commerciali. E ci sono molte speranze che il G20 di Osaka dia luogo ad analoghe intese. Al G20 viene anche riconosciuto di aver aiutato ad evitare il passaggio al protezionismo dopo la crisi finanziaria globale del 2008, triplicando il bilancio del Fondo monetario internazionale e dando più spazio alle banche per lo sviluppo.
Tuttavia, la disuguaglianza globale viene percepita da più parte come uno degli argomenti su cui finora si è fallito. L’espansione dal G7 per includere più economie emergenti aveva aumentato le speranze che questo dossier sarebbe stato affrontato ma nella maggior parte degli stati membri, la disuguaglianza si sta invece ampliando. Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, partirà per il Giappone domani. Sarà impegnato nelle sessioni di lavoro (Global Economy, Trade and Investment – Innovation – Addressing Inequalities; Realizing an Inclusive and Sustainable World – Climate change, Environment and energy) e terrà in conclusione una conferenza stampa. Parteciperà inoltre al side-event per i leader sul tema “Women’s Empowerment” (Responsabilizzazione delle donne).