Nel negoziato sul Recovery Plan post pandemico e sul bilancio comunitario pluriennale 2021-2027, in corso da venerdì scorso al vertice Ue di Bruxelles “ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni; il confronto diventa più risolutivo. Spero che si possano iniziare a valutare alcuni aggiornamenti delle poste (di bilancio, ndr), frutto dell’intensa negoziazione di questi giorni”. Lo ha riferito questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al suo rientro in hotel dopo la notte passata al Consiglio europeo. Secondo Conte, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel “non ha anticipato null’altro, ma ha detto che proporrà una soluzione” con due opzioni riguardanti le sovvenzioni del Recovery Plan agli Stati membri: “riduzione dei trasferimenti a 400 miliardi o a 390 miliardi”. La soluzione da 400 miliardi “condurrebbe un maggiore ‘sconto’ (sulle contribuzioni nazionali al bilancio Ue, ndr) per i paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi a uno sconto minore”.
In sostanza, siccome lo “sconto”, o “rebate”, è il rimborso di una parte della contribuzione netta pagata da alcuni dei paesi più ricchi che riduce i fondi a disposizione del bilancio Ue, Michel chiede ai “frugali” (Austria, Olanda, Danimarca e Svezia), che pretendono allo stesso tempo “rebate” più alti e meno sovvenzioni Ue, di scegliere l’una o l’altra cosa. La proposta iniziale della Commissione europea prevedeva sovvenzioni per 500 miliardi di euro, mentre Michel aveva prospettato nella sua prima bozza di compromesso una riduzione a 450 miliardi. Ieri sera, sembrava che i “frugali” fossero disposti ad accettare non più di 350 miliardi di sovvenzioni, mentre Michel e in generale gli altri paesi non intendevano scendere sotto i 400 miliardi.
Conte ha menzionato anche l’altro nodo del negoziato a cui tiene particolarmente l’Italia, quello della “governance”, ovvero delle modalità approvazione dei piani nazionali di investimenti e riforme che gli Stati membri dovranno presentare per poter utilizzare i fondi Ue del Recovery Plan. “Abbiamo indirizzato il procedimento di verifica dello stato di avanzamento dei progetti” previsti dai piani nazionali “secondo una soluzione più corretta, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai Trattati” comunitari, ha detto il presidente del Consiglio, senza entrare nei dettagli.
Su questo punto il confronto non è con tutti i “frugali”, ma con la sola Olanda, secondo cui l’approvazione dei piani nazionali dovrebbe essere sottoposta a un voto unanime degli Stati membri; l’Italia difende invece le prerogative della Commissione europea, che in base ai Trattati ha la competenza sull’esecuzione del bilancio Ue. L’approvazione da parte degli Stati membri, in questo quadro, può avvenire solo con un voto dei rappresentanti degli Stati a maggioranza qualificata (e mai all’unanimità), su proposta della Commissione. La riunione del Consiglio europeo, sospesa da Michel poco prima delle 6 di stamattina dopo una lunga notte di colloqui fra diversi gruppi ristretti, è stata riconvocata per le 16 di questo pomeriggio, probabilmente per dare il tempo ai leader, e soprattutto ai “frugali”, di definire la posizione dei loro governi e delle forze che li sostengono rispetto alle ultime proposte e opzioni sul tavolo. askanews