Politica

L’Europa spaccata anche sul clima, divergenze su obiettivo zero emissioni

Uno dei temi più importanti su cui discutono oggi i leader dell’Ue al Consiglio europeo a Bruxelles è quello della lotta al cambiamento climatico. Secondo la bozza di conclusioni, il Consiglio confermerà gli impegni già presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi, e la necessità di aumentare l’ambizione delle misure contro il riscaldamento globale, ma “tenendo conto delle specificità degli Stati membri (con un riferimento alle diverse scelte del ‘mix’ energetico nazionale, che in alcuni paesi è fortemente dipendente dal carbone, ndr) e della competitività dell’industria europea”.

I documenti preparatori per il vertice Ue confermano su questo punto la nota spaccatura fra gli Stati membri dell’Europa centro orientale, da una parte e Francia e paesi nordici dall’altra, ma questa volta con la Germania schierata con i primi, sulle posizioni meno ambiziose, e la Spagna (a cui appartiene il commissario Ue al Clima, Miguel Arias Canete) con i secondi. La posizione dell’Italia dai documenti preparatori non emerge chiaramente, ma il prelier Giuseppe Conte potrebbe definirla meglio durante la discussione con i colleghi. Concretamente, la linea di frattura riguarda l’obiettivo di lungo termine, proposto da un recente documento strategico della Commissione europea, della cosiddetta “decarbonizzazione” (“carbon neutrality”) per tutta l’Ue entro il 2050: ovvero un’economia in cui le emissioni climalteranti residue, dopo le riduzioni massicce programmate negli anni precedenti, saranno pienamente compensate e quindi “neutralizzate” da bacini di assorbimento (“carbon sink), foreste e parchi urbani.

I documenti preparatori del vertice contengono gli emendamenti proposti dai diversi Stati membri per le conclusioni. Francia, Spagna, Olanda, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia, Svezia e Danimarca hanno espresso il loro sostegno alla strategia della Commissione per il 2050, in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi rispetto al livello pre-industriale. Contro la strategia per il 2050 e il richiamo all’obiettivo dei 1,5 gradi centigradi si erano invece espresse Germania, Polonia, Ungheria e Repubblica ceca. La bozza di conclusioni, comunque, reitera l’impegno al rispetto dell’Accordo di Parigi e “sottolinea l’importanza per l’Ue di presentare entro il 2010 una strategia ambiziosa a lungo termine che punti alla neutralità climatica”. Questo, tuttavia, “tenendo conto delle specificità degli Stati membri e della competitività dell’industria europea”: un’avvertenza che la dice lunga sulla insufficiente ambizione e mancanza di determinazione dell’Ue, o almeno di una sua parte, perché si possano concretizzare davvero i risultati della strategia di Parigi. askanews

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