La risoluzione araba al Consiglio di sicurezza Onu per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza non è stata adottata per il veto posto dagli Stati Uniti. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore. Il Regno Unito si è astenuto, gli Stati Uniti hanno posto il veto. Nel suo intervento prima del voto, l’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield ha ricordato l’impegno degli Stati Uniti per arrivare a un accordo sugli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza, affermando che “qualsiasi azione adottata da questo Consiglio dovrebbe aiutare e non ostacolare questi delicati negoziati in corso”.
“Chiedere un cessate il fuoco immediato e incondizionato cessate il fuoco, senza un accordo che chiede ad Hamas il rilascio degli ostaggi, non porterà a una pace duratura – ha spiegato – potrebbe anzi prolungare le ostilità tra Hamas e Israele, la detenzione degli ostaggi e le sofferenze dei palestinesi”. Per questo motivo, ha aggiunto, “questo non è il momento per questa risoluzione, che mette a repentaglio questi sforzi”. L’ambasciatrice ha quindi aggiunto che gli Stati Uniti hanno messo a punto una diversa risoluzione per “un cessate il fuoco temporaneo non appena praticabile, basato sulla formula secondo cui tutti gli ostaggi devono essere rilasciati”. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti “non può permettersi la passività di fronte alla richiesta di un cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza, Prima del voto il Rappresentante Permanente dell’Algeria, il paese membro non permanente del Consiglio che ha presentato il testo, aveva sottolineato che la bozza di risoluzione presentata dal Gruppo Arabo all’Onu è “equilibrata” e “frutto di lunghi negoziati”, aggiungendo che “il Consiglio di Sicurezza non puo’ permettersi di restare passivo di fronte alla situazione a Gaza”. “Votare per questa bozza significa votare per il diritto dei Palestinesi alla vita”, aveva concluso.
L’ambasciatore algerino ha ricordato “gli appelli a dare tempo a un percorso parallelo” a fronte del “timore che qualsiasi azione del Consiglio avrebbe messo a repentaglio questi sforzi”. “Tuttavia – ha aggiunto – quasi un mese dopo l’ordinanza emessa dalla Corte di giustizia internazionale, non ci sono ancora segnali di speranza per un miglioramento della situazione a Gaza. Il silenzio non è un`opzione praticabile. Ora è il momento dell`azione e il momento della verità”. Per Benjama, un voto positivo alla bozza di risoluzione restituirebbe la speranza “a centinaia di migliaia di bambini di tornare a scuola e di godere del diritto all`istruzione. Al contrario, votare contro il progetto di risoluzione sarebbe un voto a favore dell`annientamento del loro sogno di una vita migliore”. La comunità internazionale deve agire rapidamente, ha proseguito, perché “ci stiamo rapidamente avvicinando a un momento critico in cui l`appello a fermare la macchina della violenza perderà significato”. “Oggi ogni palestinese è un bersaglio di morte, sterminio e genocidio. Ognuno di noi deciderà da che parte stare in questo tragico capitolo della storia”, ha concluso.