Via a Brexit in primavera. Congresso Tory, prima prova per la premier May

Via a Brexit in primavera. Congresso Tory, prima prova per la premier May
2 ottobre 2016

johnsonLa premier britannica Theresa May (foto home) ha annunciato che avvierà il conto alla rovescia per la Brexit in primavera e introdurrà “nel prossimo discorso della regina (previsto tra aprile e maggio), una legge che tolga l’European Community Act” dall’ordinamento britannico. Lo ha dichiarato in un’intervista esclusiva al Sunday Times annunciando, quindi, che non attenderà le elezioni tedesche del prossimo settembre per lanciare la procedura di uscita dall’Ue. “Questo – ha detto la premier al Sunday Times che darà l’annuncio ufficiale nel suo discorso oggi al congresso dei Tory – è il primo passo per il Regno Unito di diventare ancora una volta un Paese sovrano e indipendente. Le istituzioni elette torneranno ad avere potere e autorità”. Il partito conservatore britannico è già riunito a congresso a Birmingham da oggi a mercoledì per la prima volta dopo il voto shock sulla Brexit e la fine dell’era di David Cameron. Il timone del governo e del partito è ora affidato a Theresa May che dovrà guidare il Regno unito fuori dall’Unione europea. L’appuntamento tradizionale dei delegati Tory è particolarmente importante quest’anno: da Birmingham potranno arrivare segnali sul percorso che il governo, il quale finora ha giocato a carte coperte, ha in mente per la Brexit. Ecco i cinque temi da tener d’occhio nei giorni della kermesse.

GLI ACCENNI ALLA BREXIT La premier Theresa May è stata molto attenta a non scoprire le carte sulle modalità con cui la Gran Bretagna uscirà dall’Unione europea dopo il referendum di giugno. Lei si è limitata a dire che “Brexit vuole dire Brexit”, noi non sappiamo se preferisca una “hard Brexit”, cioè un taglio rapido a tutti i legami, compreso quello al mercato unico, o una “soft Brexit”, con un piede ancora nel mercato unico e la porta semiaperta agli immigrati dall’Unione. Nè sappiamo quando intenda invocare formalmente l’articolo 50 dei trattati Ue, dando il via alla procedura per l’uscita dell’Unione, della durata di due anni. Il ministro degli Esteri Boris Johnson ha detto che sarà all’inizio del prossimo anno, solo per essere prontamente zittito da Downing Street. La Brexit sarà in cima all’agenda del congresso di Birmingham e i delegati e i giornalisti saranno particolarmente attenti a cogliere qualunque accenno sulla forma che potrà prendere.

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LE GAFFE DI BORIS JOHNSON L’ex sindaco di Londra (foto), ama uscire dal seminato, ma sarà in grado di restare in tema nel suo primo intervento a un congresso di partito con un ruolo di primo piano nel governo? Insieme ad altri due colleghi di governo che hanno ruoli chiave nell’uscita dalla Ue, il sottosegretario per la Brexit David Davis e il ministro per il Commercio internazionale Liam Fox, preferisce la via “hard”. Le esplicite dichiarazioni dei tre su questo tema hanno creato loro non pochi problemi. Oltre ad avere messo a tacere Johnson sull’articolo 50, Downing Street ha dovuto prendere le distanze da Davis dopo che questi ha detto che la Gran Bretagna difficilmente resterà nel mercato unico dopo la Brexit. Fox intanto è stato subissato di critiche dopo aver detto che gli imprenditori britannici sono “pigri” e “grassi” e preferiscono giocare a golf piuttosto che pensare ad aumentare l’export.

IL DISCORSO DI MAY May, premier da luglio dopo che David Cameron si è dimesso a seguito del referendum sulla Brexit, farà il suo primo discorso da leader e capo del governo a un congresso del partito conservatore. Molti attivisti della base avevano sostenuto Andrea Leadsom, alla destra di May su Europa ed immigrati, nella gara per la successione a Cameron. Ora vorranno rassicurazioni sul fatto che May non tradisca i tradizionali valori della destra Tory oltre che l’idea di una Brexit quanto più possibile netta. May è giunta alle guida di partito e governo grazie all’appoggio dei parlamentari e all’uscita dei suoi rivali dalla competizione interna che si avviata con le dimissioni di Cameron. Ha già acquisito il favore di molti attivisti con al promessa di riaprire le “grammar schools”, scuole pubbliche di serie A per i bambini più dotati. Avrà altri assi nella mancia per conquistare nuovi fedeli?

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LE ELEZIONI ANTICIPATE May continua a ripetere che non indirà elezioni anticipate per rimpinguare la sua scarna maggioranza parlamentare, ma vari analisti ed esperti di Westminster pensano che sia una possibilità. La lotta intestina nel partito laburista di opposizione, che non accenna a placarsi neppure dopo il congresso e le primarie, comporta che i conservatori sono in ottima posizione per rafforzare la loro presenza in Parlamento e facilitare il passaggio di norme contestate. “Se Theresa May fa quello che qualunque politico normale farebbe al suo posto, organizzerà un voto in primavera o all’inizio dell’estate del prossimo anno” ha detto Tim Bale, professore di politica alla Queen Mary, University of London. Questo le consentirebbe di rafforzare la sua maggioranza “prima che i compromessi che dovrà fare con Bruxelles diventino troppo chiari”, prima di un possibile rallentamento economico e mentre il leader labour di sinistra Jeremy Corbyn, odiato da mezzo partito, è ancora in carica.

CAMERON SI FARA’ VEDERE Esattamente un anno fa David Cameron era la star del congresso, quattro mesi dopo aver vinto le elezioni con una chiara, sorprendente, maggioranza. Quest’anno sono si sa neppure se si presenterà alla kermesse del suo partito. May subito dopo l’arrivo alla guida del governo ha segnalato una rottura con le politiche del suo predecessore. La stampa Gb ha scritto che le le dimissioni di Cameron da Westminster nelle scorse settimana solo da collegare alla sua opposizione al progetto di May di riaprire le grammar schools. “Theresa May e il suo governo rappresentano un conservatorismo conservatore. David Cameron e il suo ministro delle Finanze George Osborne erano liberali moderni, sociali” ha detto Tony Travers, professore di politica alla London School of Economics. (fonte Afp)

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