Via libera della Camera al Jobs act, novità su articolo 18

Via libera della Camera al Jobs act,  novità su articolo 18
25 novembre 2014

#renzi,jobs act

Con 316 si’ e 6 no, l’Aula della Camera ha approvato il Jobs act  con modifiche rispetto al testo del Senato. Il provvedimento torna adesso a palazzo Madama per il via libera definitivo. L’ala dura della minoranza Pd si divide fra chi non partecipa al voto, come la maggior parte, e chi vota contro. Dunque, un si’ sofferto sul Jobs act ma senza la necessita’ di ricorrere alla fiducia alla Camera, tutta l’opposizione ha abbandonato l’Aula al momento del voto. La mediazione che ha portato ad un accordo tra il governo e i membri del partito democratico in commissione Lavoro non ha infatti soddisfatto tutti. Tra le modifiche piu’ significative che hanno in parte ridisegnato la delega cosi’ come uscita dal Senato, quelle che riguardano l’articolo 18 e la videosorveglianza. Il provvedimento torna ora all’esame di palazzo Madama dove il governo punta ad un ok rapido senza modifiche per una delle riforme che, secondo il premier Matteo Renzi, consentira’ all’Italia di battere il pugno sul tavolo in Europa perché nessuno potra’ piu’ dire che “dobbiamo fare i compiti a casa”.

Ed infatti tra le novita’ il governo ha introdotto, con un suo emendamento a Montecitorio, una norma che dimezza i tempi dell’attuazione della delega: non appena verra’ approvata, il governo potra’ varare i decreti delegati (senza aspettare gli usuali 15 giorni) e, dopo i 30 giorni previsti per il parere del Parlamento, anche i decreti delegati potranno entrare immediatamente in vigore. A Montecitorio e’ stato approvato un emendamento che esclude per le nuove assunzioni la possibilita’ di reintegro per i licenziamenti economici (prevedendo solo un indennizzo “certo e crescente con l’anzianita’ di servizio”) e conserva il diritto al reintegro nel posto di lavoro solo per i licenziamenti “nulli e discriminatori” e per “specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato” che poi verranno definite nel dettaglio dai decreti delegati dell’esecutivo.

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Per quanto riguarda la videosorveglianza, nel testo del Senato e’ stata introdotta l’intenzione di rivedere la disciplina in materia e alla Camera e’ stato precisato che l’operazione riguardera’ gli “impianti” e gli “strumenti di lavoro”. Altra novita’: dove si prevede che la Cig non debba essere piu’ erogata nel momento in cui cessi l’attivita’ dell’azienda, viene precisato che la cessazione dell’attivita’ debba essere definitiva. Piccoli ritocchi anche al capitolo che punta al disboscamento delle forme contrattuali: si mette nero su bianco che i co.co.co. sono destinati al “superamento”.

Inoltre, la razionalizzazione degli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialita’ dovra’ fare riferimento anche alle esperienze di “acquisizione delle imprese da parte dei dipendenti”. Tornando all’iter parlamentare, se il Jobs act otterra’ il via libera definitivo, ad esempio, a cavallo nella prima decade di dicembre, appena pubblicato in Gazzetta si potranno varare i decreti delegati (il primo decreto, secondo quanto specificato dal ministro del Welfare, Giuliano Poletti, sarebbe quello sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, poi quello sul disboscamento delle forme contrattuali e cosi’ via) che andrebbero in Parlamento per il parere e, salvo sorprese, dopo trenta giorni, quindi per la prima decade di gennaio, potrebbero cominciare ad essere effettivamente attuati.

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