Al 15 agosto l’Italia ha superato la soglia psicologica dei 100mila sbarchi dall’inizio dell’anno. Mai così tanti dall 2017, frutto di un’instabilità crescente nel continente africano. Lo si deduce dal sito del Viminale, che nel suo ‘cruscotto statistico’ indica alle ore 8 del 14 agosto scorso 99.771 arrivi, e dal numero di persone soccorse dalle ore 8 del 14 agosto a oggi: almeno (secondo le cifre ufficiali) 299 ieri e 155 la notte scorsa.
In tutto si tratta di 100.225 persone. Il numero di migranti sbarcati, secondo il Viminale, è raddoppiato rispetto allo scorso anno: erano stati 48.028 nello stesso arco di tempo del 2022 e 33.881 nello stesso arco di tempo del 2021. Il tradizionale dossier di Ferragosto del Viminale evidenzia che sono sensibilmente aumentate nel 2023 anche richieste di asilo e rimpatri. La Tunisia quest’anno ha superato la Libia come Paese numero di partenza dei viaggi della speranza e della disperazione verso l’Italia. In aumento i soccorsi a seguito di eventi Sar, coinvolti nel 72,64% dei casi.
La prefettura di Agrigento ha noleggiato 23 autobus per trasferire i 1.200 migranti che si trovano nella zona di filtraggio del porto di Porto Empedocle, arrivati nei giorni scorsi dall’hot spot di Lampedusa. I migranti verranno portati nelle strutture di seconda accoglienza della Sicilia e del resto d’Italia. Intanto continuano senza sosta gli sbarchi a Lampedusa. Tre imbarcazioni con a bordo 79 migranti sono invece sbarcate a Pantelleria fra il 14 e il 15 agosto. Si tratta di cittadini tunisini partiti dalla costa nord del Paese nordafricano.
Lampedusa continua a essere il punto di approdo preferito sia per chi parte dalla Tunisia che per chi parte dalla Libia. Nonostante Pantelleria sia più vicina alla Tunisia di quanto non lo sia la più grande delle Pelagie, è anche più vicina a Tunisi, e questo vuol dire maggiori controlli. Sfax, invece, è il punto di partenza privilegiato per tutti i subsahariani che intendono raggiungere l’Italia. Circa mille migranti sbarcano ogni giorno in Italia, la maggior parte di questi proprio a Lampedusa, recuperati dagli assetti militari del nostro Paese. Di arrivare a Malta non se ne parla proprio: la propaganda e le Ong sconsigliano apertamente di raggiungere il Paese insulare, meglio l’Italia.
Il governo di Giorgia Meloni sta lavorando alacremente per stringere dei patti d’intesa con la Tunisia per bloccare le partenze verso l’Italia e aumentare i controlli a terra e in mare. Finora i risultati sono stati scarsi ma queste sono manovre diplomatiche che richiedono tempo e grande impegno per avere risultati tangibili. Non sono da sottovalutare, poi, i fattori esterni che influenzano le partenze. In primis l’utilizzo dei migranti in una guerra non convenzionale contro l’Europa. Teoria ancora da confermare ma che nel tempo sta trovando sempre più elementi di concretezza.