I greci hanno inviato un messaggio chiaro al loro governo, consegnando la vittoria elettorale alla sinistra radicale di Syriza, il partito di Alexis Tsipras, che da domani potrebbe diventare il primo premier europeo a respingere la cura di austerità imposta da Bruxelles a seguito della crisi. Il ministro conservatore della riforme istituzionali Kyriakos Mitsotakis, ha ammesso la sconfitta congratulandosi con Syriza, sottolineando però che “dovrà presto affrontare una situazione difficile”. Secondo le prime proiezioni, la sinistra con più del 36% ha battuto Nea Demokratia, il partito del premier Antonis Samaras, con un distacco di sei punti, ma non sembra avere la maggioranza assoluta dei 300 seggi del Parlamento greco, come era inizialmente apparso dagli exit poll. Terzi i neonazisti di Alba dorata, che nonostante mezzo partito in carcere, si attestano al 6,3% poco sotto il sette per cento del 2012.
“Si profila una vittoria storica” ha detto il portavoce di Syriza Panos Skourletis, che ha aggiunto che l’esito del voto “risuona in tutta Europa e le porta sollievo”. La vittoria è stata salutata con esplosioni di gioia al quartier general del partito, una tenda allestita nel centro di Atene, tra canti di Bella Ciao, bandiere e lacrime. Il voto era atteso con ansia dai partner europei, preoccupati dalla dichiarata volontà di Tsipras di rinegoziare l’enorme debito greco e di sfidare i programmi d’austerità imposti in cambio di un prestito da 240 miliardi di euro dalla Ue.
La prima reazione di uno degli economisti di punta del partito, Yannis Milios, è stata chiara. Il programma del ministro della Finanze in carica Ghikas Hardouvelis “è morto” ha detto all’agenzia Ana. Ma è arrivato anche l’altolà della Germania, per bocca del presidente della Bundesbank Jens Weidmann: “è nell’interesse del governo greco fare le riforme necessarie per risolvere i suoi problemi strutturali” ha detto alla tv tedesca Ard commentando il voto. “La Grecia deve aderire alle condizioni del salvataggio”. Gli analisti della banca tedesca Berenberg parlano di una “vittoria della rabbia sulla paura, della fantasia sulla ragione” e descrivono Tsipras come “un insorto populista”. Ma l’Europa “farà in modo che accetti la realtà, non si può spendere il denaro che non si ha”. Il quotidiano popolare tedesco Bild titola allarmato: “Paura per l’euro, Tsipras trionfa”.
Il governo di Samaras è stato punito dagli elettori per aver obbedito alla lettera alle richieste della troika dei creditori (Bce, Ue e Fmi), in cambio di 240 miliardo di euro, un’obbedienza che è costata ai greci una disoccupazione oltre il 25% e drastici tagli dei salari. Alexis Tsipras, che vuole aumentare subito i salari minimi da 580 a 751 euro, ha detto che non si accontenterà di un semplice riscadenziamento del debito (175% del pil, più di 300 miliardi di euro), vuole un netto sconto sull’ammontare da rimborsare. I mercati finanziari rischiano di non apprezzare, anche se nessuno, neppure Tsipras, parla della temuta Grexit, l’uscita della Grecia dall’eurozona. In un seggio del Pireo Vaia Katsarou, 49 anni, avvocato, sintetizza il pensiero dei greci su Syriza : “e’ un rischio, ma i poveri non hanno nulla da perdere”. (con fonte Afp)