Dopo le indiscrezioni la conferma. La Environmental Protection Agency (Epa), l’agenzia americana per la tutela ambientale, ha accusato Fiat Chrysler Automobiles di avere commesso violazioni sugli standard sulle emissioni diesel. Secondo l’agenzia, la casa automobilistica avrebbe usato software per barare sui limiti sulle emissioni di circa 104.000 vetture. Al gruppo automobilistico guidato da Marchionne, l’accusa potrebbe costare una multa fino a 4,63 miliardi di dollari. I modelli ‘incriminati’ riguardano quelli prodotti nel 2014, 2015 e 2016. I software sarebbero stati installati su versioni diesel di Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram Truck. Sulla scia della notizia, il titolo di Fca sprofonda a Wall Street e perde al momento il 18,39% a 9,05 dollari per azione.
MARCHIONNE “Non comunicare la presenza di software che incidono sulle emissioni è una violazione grave della legge, che può tradursi in inquinamento nocivo dell’aria che respiriamo”, ha detto Cynthia Giles, responsabile dell’Office of Enforcement and Compliance Assurance dell’Epa. “Ancora una volta, una grande casa automobilistica ha preso la decisione aziendale di aggirare le regole ed è stata scopera”, ha detto Mary Nichols, presidente del California Air Resources Board (Carb), che ha lavorato con l’Epa sulla vicenda. “Continueremo a indagare sulla natura e l’impatto di questi dispositivi. Tutte le case automobilistiche devono giocare secondo le stesse regole e continueremo a considerarle responsabili per guadagni realizzati sfruttando vantaggi competitivi iniqui e illegali”, ha ripreso Giles. Immediata la replica di Fca. “La nostra coscienza è pulita”, ha detto Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, sperando in una soluzione “giusta” con l’Agenzia per la protezione ambientale americana (Epa) perché “nessuno ha barato” sulle emissioni. Marchionne ha detto che “è difficile prevedere come andranno le trattative” con la nuova amministrazione di Donald Trump, con la quale “ci siederemo” per discutere e risolvere il caso. Fca ha detto di avere comunicato quanto previsto per legge alle autorità.
CASA BIANCA La Casa Bianca non ha avuto un ruolo nel caso Fiat Chrysler Automobile, la decisione dell’Agenzia per la protezione ambientale americana di accusare la Fca di avere violato le leggi sulle emissioni “è stata presa indipendentemente dalla Casa Bianca”. Con queste poche parole un alto funzionario dell’amministrazione Obama ha risposto a una richiesta fatta da AskaNews. Il membro dell’ufficio esecutivo del 44esimo presidente Usa – che ha salvato il settore auto americano durante la peggiore crisi finanziaria dagli anni ’30 e che nel 2009 ha supervisionato l’ingresso dell’Ex Fiat nel capitale dell’ex Chrysler finita in bancarotta – si è poi limitato a ricordare quanto detto qualche ora prima dal portavoce dello stesso Obama. Josh Earnest aveva spiegato che “le decisioni dell’Epa sono prese dai funzionari dell’Epa e non sono a conoscenza di un coinvolgimento della Casa Bianca su questo caso specifico”. Il portavoce ha però aggiunto che Obama “si aspetta che i funzionari all’Epa svolgano i loro compiti per fare rispettare la legge e mettere in atto regole che sono scritte; come lo facciano esattamente, sta a loro”. Earnest non ha voluto rilasciare un commento su come il caso sia stato gestito dall’Epa a una sola settimana dall’insediamento di una nuova amministrazione, quella di un Donald Trump che ha nominato come capo dell’Epa il repubblicano Scott Pruitt, procuratore generale dell’Oklahoma e stretto alleato dell’industria dei combustibili fossili nonché uno dei principali nemici dell’agenda di Obama per affrontare il cambiamento climatico.
TRUMP Tale tempistica è stata criticata dall’amministratore delegato di Fca: ieri in una call, Sergio Marchionne aveva detto di sperare che la mossa non sia il frutto di una “guerra politica” tra l’amministrazione uscente (quella di Obama) e quella in arrivo di Donald Trump: “Considerando l’avventura di Chrysler iniziata con Obama nel 2009”, che ha portato prima alla presa di controllo totale del gruppo Usa da parte dell’italiana Fiat nel gennaio 2014 e poi alla nascita di Fca, “sarebbe una mossa sporca”, aveva dichiarato il Ceo. A prescindere dalla gestione del caso, che a Marchionne non è certamente piaciuta, Obama “mantiene la sua fiducia nel lavoro importante fatto dall’Epa e ha fiducia nella sua capacità di fare rispettare la legge”. Earnest non si è voluto sbilanciare nemmeno su quello che l’amministrazione Trump dovrebbe fare sul caso Fca, se occuparsene direttamente o meno. Il portavoce di Obama si è limitato a dire che “il rispetto mostrato da noi nei confronti del processo di applicazione [della legge] è una tradizione e un modello che crediamo valga la pena mantenere. Noi lo abbiamo mantenuto nel corso degli ultimi otto anni e speriamo viva con la nuova amministrazione”.