Ddl violenza sulle donne è legge, in un Aula semivuota

L’approvazione all’unanimità è stata salutata con un applauso dall’emiciclo

Senato

Il Senato ha dato via libera all’unanimità al ddl contro la violenza sulle donne. Il provvedimento ha ottenuto 157 sì, zero contrari e zero astenuti. L’approvazione è stata salutata con un applauso dall’emiciclo. Il provvedimento, presentato dal ministro per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, Eugenia Roccella, dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, prevede tra, l’altro, il rafforzamento delle misure cautelari e dell`uso del braccialetto elettronico, disposizioni in materia di allontanamento d`urgenza dalla casa familiare, il potenziamento delle misure di prevenzione e l’arresto in flagranza differita.

L’interlocuzione tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein per contrastare il dilagare della violenza alle donne si sarebbe concretizzata sostanzialmente in due ordini del giorno che sono stati approvati dall’Aula del Senato, dopo essere stati riformulati. Con gli ordini del giorno, presentati dal Pd al ddl del governo contro la violenza alle donne, si impegna il governo a mettere in campo “disegni di legge” che intervengano “sulla prevenzione e sul contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, a completamento della normativa vigente, al fine di iniziare l’iter parlamentare in tempi rapidi”. “Ci sono delle modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, come l’ampliamento della portata dell’ammonimento del questore, visto in un’ottica preventiva, o l’arresto in flagranza differita, molto importante perché quando il presunto autore della violenza non viene arrestato in flagranza di reato, si può procedere al suo fermo anche nelle 48 ore successive”, ha spiegato la senatrice di FdI Susanna Donatella Campione, relatrice del ddl anti-violenza di genere.

“C’è un’altra significativa norma sull`uso del braccialetto elettronico, che prevede anche la reclusione nel caso di una sua manomissione, o ancora il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima”, ha detto ancora l’esponente di Fratelli d’Italia. “Da evidenziare anche le norme sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari che prevedono, tra le diverse misure, anche la specializzazione del personale, magistrati e polizia giudiziaria, che devono occuparsi di questi reati specifici”, ha aggiunto sottolineando anche l’importanza della realizzazione di corsi nelle scuole sull’educazione al rispetto e ai sentimenti, come chiesto anche dalle opposizioni. L’esame del disegno di legge del governo contro la violenza alle donne si svolge in un’Aula di Palazzo Madama semideserta. Quasi vuoti gli scranni di maggioranza e opposizione. Ai banchi del governo è seduta solo la ministra per le Pari Opportunità Eugenia Roccella. Presenze numerose solo nella tribuna riservata agli ospiti dalla quale assiste ai lavori una scolaresca di Colle val d’Elsa.

 

 

“Il Senato oggi ha approvato, all`unanimità, il disegno di legge governativo per il contrasto alla violenza sulle donne – ha detto Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento-. Stiamo vivendo giornate terribili e dolorosissime per la tragica morte di Giulia che ha sconvolto noi e l`Italia intera. Siamo tutti quanti consapevoli che la violenza di genere è un fenomeno radicato a cui servono risposte ferme e decise, serve un lavoro diversificato e stratificato su vari livelli per arrivare a debellarlo, per poter finalmente dire: mai più. Le norme approvate oggi sono un segnale importante, un messaggio forte che Governo e Parlamento hanno voluto dare proprio in questi giorni, a ridosso del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma anche per Giulia e per tutte le altre donne”. 

“Questo provvedimento interviene solo sulla protezione secondaria, quindi quella che oggi diamo non è la risposta alla violenza sulle donne ma una risposta – ha sottolineato il senatore del Pd Filippo Sensi, durante la dichiarazione di voto in Aula -. Il lavoro parlamentare in questi casi deve servire a migliorare le proposte, non a sventolare i colori di questa o quella forza politica. Abbiamo risposte diverse ai problemi ma solo insieme possiamo rispondere: storie come quella di Giulia chiedono uno sforzo di dignità comuni”.