Violenza donne, da inizio anno sono già 8 le vittime

Violenza donne, da inizio anno sono già 8 le vittime
3 marzo 2019

Solo dall’inizio dell’anno sono 8 le donne uccise, due quelle ferite in modo grave. Nel 2018 sono state uccise oltre 100 donne, la gran parte per mano dei compagni, degli ex mariti o fidanzati o di familiari, figli compresi; 150 e’ la media delle vittime negli anni precedenti. Sono 7 milioni quelle che pur non avendo perso la vita sono state picchiate, maltrattate o violentate. Un bilancio pauroso: dal 2000 si e’ consumata una strage che supera ampiamente le tremila vittime.

E’ il tragico bilancio dei femminicidi. Tuttavia – fanno notare gli esperti – anche le parole pesano, spesso piu’ delle pietre e usarle in modo improprio puo’ fare male. Ancor piu’ se un linguaggio sbagliato viene utilizzato per descrivere la violenza contro le donne. Per aumentare la consapevolezza e aiutare i professionisti dell’informazione a trovare sempre le parole giuste, e’ stato messo a punto pochi giorni fa un decalogo di stereotipi e luoghi comuni da non usare quando si racconta la violenza di genere, “Stop alla violenza di genere. Formare per fermare”: l’elenco delle parole da bollino rosso e’ uno strumento pratico per parlare di violenza sulle donne in modo appropriato. Nel decalogo contro gli stereotipi diventano da bollino rosso espressioni come ‘amore malato’, ‘raptus’, ‘lei lo tradiva’, ‘se l’e’ cercata’, ‘perche’ lei non lo ha lasciato?’, ‘era un bravo ragazzo, un padre buono’, ‘follia’, e poi le informazioni su come era vestita, i particolari raccapriccianti, l’indicazione sul tipo di ferite.

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Peccato che proprio una ‘tempesta emotiva’ determinata dalla gelosia, abbia attenuato la responsabilita’ di chi ha ucciso una donna in Emilia Romagna: anche sulla base di questo ragionamento, infatti, la Corte di appello di Bologna ha quasi dimezzato la pena a Michele Castaldo, 57 anni, omicida reo confesso di Olga Matei, la donna con cui aveva una relazione da un mese e che strangolo’ a mani nude il 5 ottobre 2016 a Riccione. Altra terribile conseguenze degli omicidi delle donne sono gli orfani: in 15 anni, gli orfani di femminicidio in Italia sono oltre 2 mila, la maggior parte ragazzini tra i 5 e 14 anni che si trovano ad affrontare le devastanti conseguenze di questi delitti dopo avere magari per anni assistito impotenti ad abusi e violenze fisiche o psichiche. E spesso ne sono stati anche vittime. Sono loro le ‘vittime due volte’ dei femminicidi: orfani di madre e a volte di entrambi i genitori, in caso di omicidio-suicidio.

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