Violenza donne: quest’anno 104 femminicidi, 169 gli orfani

Meloni: “Siamo tutti uniti, il problema è di questa società” VIDEO

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Foto di gruppo del governo davanti a palazzo Chigi 'in rosso'. In occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, infatti, la facciata è stata illuminata di rosso, con la proiezione dei nomi delle 104 donne uccise dall'inizio dell'anno. A conclusione del Consiglio dei ministri, tutta la squadra con la presidente Giorgia Meloni, si è schierata in piazza Colonna per una foto 'simbolo'

Alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Commissione del Senato sui femminicidi ha concluso i suoi lavori presentando una relazione che mostra dati ed ombre di questa piaga purtroppo strutturale, perché il fenomeno non cala da molti anni. Come ha spiegato Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat, i femminicidi attraversano senza differenze ceti sociali, età, condizioni e si muovono all’interno di una comunità: “Nell’84% italiani contro italiane, marocchini contro marocchine, romeni contro romene; i femminicidi avvengono prevalentemente in coppia, nel 57% dei casi, nel 12% è un ex, ci sono poi i figli che uccidono le madri e i padri che uccidono le figlie”. Molto frequente è il suicidio dell’autore, arriva a un terzo dei casi: “Molti di loro purtroppo avevano il porto d’armi”. Quest’anno, 104 donne uccise; in due anni, si contano 169 orfani per femminicidio, un terzo rimasto orfano anche del padre. “La maggioranza aveva assistito alle violenze del padre contro la madre e fra loro c’è anche chi ha trovato il corpo della mamma oppure ha assistito al femminicidio”.

E ancora, la relazione mostra anche le tragiche carenze della giustizia soprattutto in materia delle consulenze tecniche d’ufficio, della formazione degli operatori, e di mancanza di collaborazione fra i tribunali. Peggio: anche quando negli atti introduttivi delle separazioni ci sono allegazioni di violenza, anche ben documentate, anche sui bambini, queste poi spariscono nel corso dell’iter giudiziario: “C’è un problema di difficoltà della donna ad essere creduta. Questo appare nettamente dalla rilevazione – ha aggiunto Sabbadini -. Nella maggioranza dei casi, cioè il 58%, non si nomina né violenza né conflitto. La violenza quindi sparisce, sparisce fin dall’inizio. Qui il problema che si pone è che bisogna fare una battaglia culturale fortissima perché le radici stanno nel fatto che alla violenza sulle donne non si crede”.

Non si crede o si minimizza. I lavori della Commissione guidata fin qui dalla senatrice PD Valeria Valente dovrebbero poi passare alla Commissione bicamerale approvata. Questo è un tema su cui non ci sono squadre ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni introducendo la relazione: “Questa è una di quelle materie su cui siamo tutti parte della stessa squadra, possiamo avere punti di vista diversi su mille altre tematiche però su questo davvero credo non ci possano essere distinzioni, e dico di più, non che non ci possano essere distinzioni fra donne di partiti diversi ma che non ci debbano essere distinzioni fra uomini e donne, perché il problema è di questa società”.