Il regista canadese Paul Haggis, è stato sottoposto a fermo oggi a Ostuni (Brindisi) con l’accusa di violenza sessuale e lesioni personali aggravate. Avrebbe costretto una donna conosciuta tempo prima ad avere rapporti sessuali e, dopo un paio di giorni di permanenza e di rapporti non consenzienti, avrebbe accompagnato la vittima davanti all’aeroporto “Papola Casale” di Brindisi e lì l’avrebbe lasciata alle prime luci dell’alba, nonostante le precarie condizioni fisiche e psicologiche. “Fate accertamenti il prima possibile, sono totalmente innocente” ha fatto sapere, attraverso il suo avvocato Michele Laforgia, il regista. Secondo quanto si è appreso, la famiglia ha raggiunto Haggis dall’America. Haggis, 69 anni, in questi giorni soggiorna a Ostuni per il festival cinematografico “Allora FeSt”. L’uomo deve rispondere dei reati di violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate ai danni della giovane donna, di nazionalità straniera. La vittima, a seguito di uno dei rapporti sessuali, ha riferito di essere stata costretta a rivolgersi alle cure dei sanitari.
Nello scalo aereo, in evidente stato confusionale, la donna è stata notata da personale di “Aeroporti di Puglia”, la società che gestisce gli scali aerei regionali, e da personale della Polizia di Frontiera che, dopo averle prestato le prime cure, l’hanno accompagnata negli uffici della Squadra Mobile. Quindi è stata portata all’ospedale Perrino di Brindisi per il cosiddetto “protocollo rosa” destinato alle vittime di violenza. Successivamente la vittima ha formalizzato la denuncia e ha riferito circostanze poi riscontrate dagli investigatori. Nel provvedimento è richiesto l’incidente probatorio della parte offesa finalizzato a cristallizzare le dichiarazioni della vittima. Le accuse di violenza sessuale e lesioni personali aggravate a Paul Haggis, che hanno portato al suo fermo a Ostuni, non sono le prime del genere arrivate al cineasta canadese. Il regista di “Crash” sta affrontando una causa civile negli Usa, nata dalle accuse formulate nel 2017 dell’addetta stampa Haleigh Breest, che aveva dichiarato di essere stata stuprata da Haggis dopo una première nel 2013.
Dal 2018 altre quattro donne si sono fatte avanti affermando di essere state vittime di molestie e aggressioni sessuali da parte del regista. Haggis ha negato tutte le accuse, sostenendo che il rapporto con l’addetta stampa era stato consensuale e ha tentato di citare in causa a sua volta Haleigh Breest (la mozione è stata respinta dal giudice) per diffamazione attraverso false accuse e perché avrebbe tentato di estorcergli 9 milioni di dollari. Del caso si era tornati a parlare l’anno scorso, quando Haggis aveva chiesto al giudice di velocizzare la causa civile, dichiarando di essere vicino alla bancarotta e di non poter coprire le spese legali che sarebbero arrivate a quasi due milioni di dollari. Costi che non sarebbe più in grado di sostenere, secondo quanto dichiarato, per le difficoltà che starebbe incontrando nel trovare ingaggi, proprio per le accuse di violenza. Il cineasta negli ultimi anni è stato spesso al centro delle polemiche, soprattutto per lo scontro con Scientology, di cui è stato membro per 35 anni e che ha abbandonato nel 2009 dopo le posizioni dell’organizzazione religiosa fondata da Ron Hubbard contro i matrimoni gay.