Violenza sulle donne: la storia di Peaches, la prostituta che combatte per i diritti con un’App
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In un Paese come il Sudafrica, dove la violenza di genere raggiunge livelli drammatici, una nuova applicazione basata sull’intelligenza artificiale si propone come un’ancora di salvezza per migliaia di donne. Sviluppata dall’associazione GRIT (Gender Rights In Tech), questa innovazione tecnologica non solo fornisce strumenti concreti per la sicurezza, ma porta con sé una storia di coraggio e riscatto, grazie al contributo di una sopravvissuta alla violenza.
La voce di Peaches: dalla violenza al riscatto
Dietro lo sviluppo dell’app c’è la storia di Peaches, una prostituta di 35 anni di Johannesburg, il cui pseudonimo nasconde un passato segnato da abusi e soprusi. Peaches ha denunciato di essere stata stuprata da agenti di polizia, costretta a offrire i propri “servizi non retribuiti” per evitare l’arresto. La sua esperienza, emblematica di una piaga sociale che colpisce migliaia di donne, è diventata il motore per creare uno strumento che possa fare la differenza.
“Questa app mi dà la speranza che i miei diritti vengano finalmente riconosciuti”, ha dichiarato Peaches, che partecipa a un workshop organizzato da GRIT per perfezionare l’applicazione.
GRIT: un’arma digitale contro la violenza
L’app GRIT, già scaricata da 12.000 utenti, è stata progettata per rispondere in modo immediato ed efficace alle emergenze. Tra le sue funzionalità più innovative:
– Un pulsante di emergenza antipanico per attivare rapidamente la sicurezza privata.
– Uno spazio sicuro per archiviare prove digitali, come foto, video o verbali della polizia, protetti sui server GRIT.
– Un centro risorse con mappe di cliniche, rifugi e servizi legali nelle vicinanze.
– Un chatbot basato sull’intelligenza artificiale, chiamato Zuzi, che offrirà supporto emotivo e consulenza legale in tempo reale.
Zuzi, il chatbot, sarà presentato in anteprima all’AI Action Summit di Parigi la prossima settimana e diventerà operativo entro pochi mesi, segnando un nuovo passo avanti nella lotta alla violenza di genere.
I numeri della crisi: un’emergenza nazionale
I dati sulla violenza di genere in Sudafrica sono sconvolgenti. Secondo le Nazioni Unite, oltre un terzo delle donne sudafricane subirà violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Le statistiche della polizia rivelano che nel biennio 2023-24 sono stati registrati più di 53.000 casi di aggressione sessuale, tra cui oltre 42.500 stupri. Nello stesso periodo, 5.578 donne sono state assassinate.
Eppure, molti episodi rimangono sommersi. Le vittime spesso non denunciano gli abusi per paura di essere stigmatizzate o per mancanza di fiducia nelle istituzioni. “Le barriere sono ancora troppe”, afferma Zanele Sokatsha, ricercatrice di GRIT.
Accessibilità e futuro: tecnologia per tutti
L’app GRIT, gratuita e finanziata da donazioni tra cui quelle della Fondazione Gates e di Expertise France, è stata pensata per raggiungere anche le donne più vulnerabili. Una volta scaricata, funziona senza connessione dati, rendendola accessibile alle comunità rurali o a chi non dispone di una rete internet stabile. “Non si tratta solo di un progetto, ma di una necessità urgente”, dichiara Leonora Tima, fondatrice di GRIT. “Abbiamo voluto creare soluzioni tecnologiche per dare potere alle sopravvissute, garantendo loro aiuto immediato, consulenza legale e supporto emotivo, senza barriere di alcun tipo”.
L’iniziativa di GRIT rappresenta una svolta nella lotta contro la violenza di genere in Sudafrica. Grazie alla tecnologia e alle testimonianze di donne come Peaches, l’app non è solo uno strumento pratico, ma un simbolo di resistenza e cambiamento.