“Le dita tagliate” è il titolo del libro di Paola Tabet che racconta l’orrore della violenza sulle donne. È un viaggio in un mondo oscuro fatto di sottomissione, abusi, privazioni e pratiche tese ad abbattere tutte le resistenze delle donne, fino ad asservirle al volere maschile. L’autrice tratta l’argomento riprendendo una categoria appartenente al marxismo e parla di “violenza di classe”. La concentrazione, pressoché assoluta, delle ricchezze è in mani maschili e ciò comporta la dipendenza economica delle donne. Il mondo è così diviso in due grandi classi: quella degli uomini che sfrutta quella delle donne. Secondo la Tabet, il matrimonio sarebbe sostanzialmente uno scambio “sessuo-economico”, in virtù del quale le donne si impegnano ad offrire prestazioni sessuali e lavoro riproduttivo, ricevendo in cambio sicurezza economica. Paola Tabet si spinge addirittura oltre, affermando che se il matrimonio consiste in uno scambio “sessuo-economico”, allora non è molto diverso dalla prostituzione, e che anzi quest’ultima è preferibile ai matrimoni retti sulla coercizione.
Tante e diverse sono le parti del mondo in cui gli uomini mettono in atto pratiche di sottomissione nei confronti delle donne. C’è il Mali, la Costa D’Avorio, il Kenya, il Niger, Haiti, la Nuova Guinea, l’India e anche l’Australia. Le forme e i gradi di sottomissione variano da paese a paese, ma l’elemento comune è rappresentato dal sistema di dominio che costringe le donne ad una condizione subordinata. Ci sono casi di bambine che vengono fatte sposare a 10 anni e che muoiono dissanguate dopo la prima notte di nozze con il marito trentenne. Tanti gli episodi di stupri di gruppo le cui vittime sono donne che hanno deciso di opporsi ai loro “doveri di moglie”. Un’altra terribile pratica consiste nell’usare tizzoni ardenti su donne considerate “ribelli”. Ad altre viene tolto il cibo, ad altre l’acqua. Infine, ad alcune donne vengono addirittura tagliate le dita delle mani, in omaggio ai morti della comunità.
Paola Tabet, autrice del libro “Le dita tagliate”, è un’antropologa nata a Pisa nel 1935. È docente di antropologia all’Università della Calabria. Il suo lavoro da anni dedicato all’analisi della costruzione sociale delle differenze tra i sessi, e sull’argomento ha pubblicato saggi in Francia e in Italia. Ha inoltre condotto ricerche in Africa e redatto un rapporto per l’Unesco sul tema della prostituzione.