Annullato il processo contro l’attore americano Bill Cosby, dopo che la giuria non è riuscita ad arrivare a verdetto unanime su nessuno dei capi di imputazione in oltre 50 ore di camera di consiglio. L’attore comico, 79 anni, era sotto processo dopo che Andrea Constand l’ha accusato di averla sedata e violentata nel 2004. Andrea Constand, 44 anni, allora era direttrice della squadra di basket della Temple University di Filadelfia, dove Cosby era membro del consiglio di amministrazione. All’annuncio dell’annullamento del processo, Bill Cosby e la stessa Andrea Constand, sono rimasti impassibili. Reso famoso dalla serie televisiva “I Robinson” (1984-1992), l’attore ha rischiato fino a 30 anni di carcere. Dunque, Bill Cosby puo’ tirare un sospiro di sollievo, ma la partita non è finita. Infatti, ora i procuratori dovranno decidere se chiedere un nuovo giudizio contro il “papa’ d’America” che per ora resta libero. Dopo sei giorni di infruttuose deliberazioni nel tribunale di Norristwon, in Pennsylvania, i giurati quindi hanno comunicato al giudice lo stallo su tutti i tre capi d’accusa.
“Non e’ un’assoluzione e non e’ una vittoria”, ha precisato il giudice Steve O’Neill. Per Cosby restano l’onta della cinquantina di donne che lo hanno accusato di molestie e violenze sessuali, ben oltre il caso per cui e’ stato giudicato, le tante cause civili pendenti e un possibile nuovo processo penale. Il procuratore Kevin Steele ha subito annunciato che lo richiederà. “Non possiamo mai sottovalutare il potere cieco esercitato dalla celebrità”, hanno osservato i legali della Constand, “ma giustizia sara’ fatta. E’ troppo presto per festeggiare, signor Cosby”. “Il secondo tempo si questa partita potrebbe essere dietro l’angolo e la giustizia prevarrà”, ha affermato invece Gloria Allred, legale di una delle accusatrici che hanno quasi sempre riferito di un cocktail micidiale di alcol e sonniferi dopo il quale si ritrovavano seminude, molestate o stuprate, nel letto dell’attore. Soddisfatta la difesa del protagonista del telefilm “I Robinson”: “Questo e’ quello che succede, le giurie sono in stallo quando l’accusa cerca di mandare in carcere per cose che non sono state semplicemente provate in aula”, ha affermato l’avvocato Angela Agrusa.