Virzì: sto dalla parte delle donne non comprese e che patiscono

Virzì: sto dalla parte delle donne non comprese e che patiscono
7 maggio 2016

“La pazza gioia” di Paolo Virzì è un omaggio a due donne “irregolari”, che si incontrano in una comunità per persone affette da disturbi mentali e tra momenti drammatici e buffi si aiutano a vicenda. Il film interpretato da Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, scritto da Virzì con Francesca Archibugi, sarà a Cannes nella “Quinzaine des réalisateurs” e nei cinema il 17 maggio. “Io sono uno che si è formato nella propria stanzetta da adolescente ascoltando le canzoni di De André, peraltro ce n’è una in questo film, e quindi la simpatia per i derelitti, gli ultimi, è sempre stata quella cosa che m’ha fatto battere il cuore. Poi m’ha sempre interessato la narrativa e il cinema che aveva al centro dei personaggi femminili malintesi, come ‘Io la conoscevo bene’, ‘Blue Jasmin’ di Woody Allen, la Madame Bovary di Flaubert o la Anna Karenina: il mio cuore sta da quella parte, di chi patisce e viene stigmatizzato dalla società”. Per scrivere il film Virzì ha fatto lunghe ricerche sul mondo della salute mentale, su strutture, pazienti, operatori. “Visto che affrontavamo una vicenda anche molto penosa, e volevamo anche farlo in maniera non superficiale, siamo partiti da delle vere realtà cliniche che abbiamo osservato. “Sentivo che però io non potevo farlo in altro modo se non portandolo verso questo mio modo di raccontare, di mescolare gioie e dolori, di mescolare ironia e tragedia”. “Diffondere l’idea che si può convivere con il proprio io matto e con la propria imperfezione penso che possa essere curativo”.

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