E’ “un momento tragico” quello che il mondo sta attarversando, con “rischi straordinari”, in cui “vedo un futuro non facile per il nostro Paese e forse non facile per tutti i paesi che fanno parte della nostra Unione europea. E forse del nostro mondo di paesi industrializzati. Bisogna essere cauti, prudenti, e fare attenzione. Non ci sono soltanto i rischi del clima, i rischi della tecnologia: ci sono anche questi rischi geopolitici che hanno conseguenze sulle quali bisogna lavorare insieme, autorità di governo, istituzioni preposte alla difesa della stabilità dei prezzi o finanziaria, industria, finanza. Questo non è un appello: credo che sia una necessità”. E’ il richiamo lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco nel suo intervento al Comitato esecutivo dell’Abi. Visco si è recato all’Associazione dei banchieri in prossimità del termine del suo mandato. E ha innanzitutto ripercorso l’attività dell’istituzione rispetto alle banche nei 12 anni sotto la sua guida, con il susseguirsi di varie crisi.
Ma inevitabilmente ha toccato anche il quadro attuale di accresciuta tensione geopolitica, che è stata innescata con l’attacco terroristico di Hamas contro Irsraele. “Viviamo in un momento tragico, con rischi straordinari”, ha affermato. Rischi che appunto richiedono un lavoro collaborativo da parte delle varie istituzioni. Per quanto riguarda la situazione del panorama bancario italiano, secondo il numero uno dell’istituzione di Via Nazionale “non è prevedibile un ritorno al rischio che abbiamo corso una decina di anni fa. Le condizioni del sistema bancario sono molto migliori”. La risposta delle banche alla pandemia “è stata molto positiva, sicuramente anche per il sostegno pubblico, ma non è mai mancato il credito”. Più di recente “non abbiamo risentito in particolare delle tensioni connesse con i dissesti gravi, non solo delle lontane Americhe, ma anche della vicina Svizzera. Tutto sommato – ha detto Visco – gli indicatori di bilancio si collocano sui valori soddisfacenti, nonostante una situazione economica che non è delle migliori”.
Ma non bisogna abbassare la guardia. “Bisogna fare attenzione, fare accantonamenti e vi sono ancora in varie parti del settore bancario situazioni di debolezza e vulnerabilità, in particolare nelle banche meno significative – ha riferito il governatore – su cui noi lavoriamo con attenzione e di cui discutiamo con le autorità di governo”. Ripercorrendo questi anni, Visco ha anche citato il caso, tutt’ora aperto, di Mps. “A un certo momento forse si potrà anche fare una riflessione su che cosa abbia determinato come ci siamo comportati. Fu la mia prima azione”. A inizio mandato “ebbi come primo intento quello di andare a vedere o la situazione di ogni azienda di credito del nostro paese. E una delle prime fu ovviamente il Monte dei Paschi. Era in quel momento in corso un`ispezione, chiamai l`ispettore, parlammo, dopodiché prenderemo delle decisioni” convocando i vertici del gruppo “e discutendo la gravità delle questioni e di come si potessero poi risolvere. Poi è successo quello che è successo e non è questa sede per parlarne”.
“Però credo che sia molto importante condividere con voi l`impegno che la vigilanza, i miei colleghi, che a volte possono essere bruschi, rudi, oppure a volte particolarmente amichevoli e simpatici, in realtà svolgo un servizio per la collettività 24 ore su 24 – ha detto Visco ai banchieri – con grandissimo impegno, a volte con tensioni, anche emotive, perché la situazione non è facile soprattutto quando ci sono gravi tensioni economiche”. In questo ambito Visco ha ricordato anche quando, nel luglio del 2016 l’Economist pubblicò una copertina intitolata “The Italian job”, che ritraeva “un autobus tricolre sul precipizio, che portava con se tutta l’Europa. Questo era un errore – ha detto – capita anche all’Economist, un errore grave perché da quell’errore si generano reazioni di mercato e in qualche modo anche reazioni delle autorità”. Quello scenario poi non si è verificato, “perché per il 90% quella crisi aveva natura ciclica” e successivamente la ripresa economica e gli interventi delle banche hanno “agevolato la soluzione ai problemi principali”, ha detto.
“Il punto di fondo”, che emerge è che “la recessione duplice nell’economia italiana dopo la crisi finanziaria globale e poi dei debiti pubblici” dell’area euro “non poteva non avere conseguenze sulle banche”. “I timori sulla solvibilità non andavano sottovalutati. Parlavo all’epoca di una pletora dei componenti dei Cda delle principali banche, su cui c’era molto da fare, da ridurre sul lato dei costi – ha ricordato – rivedere la composizione degli impieghi. La gestione è stata sicuramente complessa e faticosa, in un quadro regolamentare che andava mutando significativamente”. Era stata creata la vigilanza europea sulle banche, che “tutto sommato alla fine ha prodotto risultati positivi, quello che è mancato sono le altre due gambe, la tutela comune dei depositi – ha ricordato – e la gestione delle crisi bancarie”, che “da noi” in Europa “è molto complicata” ed “è diventata forse più complicata nei primi anni dell’Unione bancaria. Nel complesso, però, (in quella crisi) non è stata messa a repentaglio la stabilità del sistema finanziario italiano. Il punto interessante è che la maggior parte degli interventi sono stati interni al sistema”.
Su queste tematiche, il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, intervendo dopo il discorso di Visco, ha invitato riflettere sul se le regole Ue che finora “hanno funzionato bene”, non rischino adesso di non essere più al passo di “un mondo che sta cambiando strutturalmente. Viene il dubbio se il quadro regolamentare, derivato da una crisi di origini differenti, sia oggi in grado di abilitare le banche a rispondere. Se non sia necesario, quantomeno in Europa, una analisi critica, per verificare la coerenza dell’assetto istituzionale, per consentire al settore bancario europeo – ha spiegato – di svolgere il suo ruolo”. Il presidente dell’associazione dei banchieri, Antonio Patuelli ha per parte sua rilevato come Visco sia stato “il nostro punto di riferimento giuridico, e certamente lo rimarrà viste le sue grandissime risorse intellettuali. E’ un interlocutore di finissima qualità, resterà un autorevolissimo punto di riferimento per la sua capacità di analisi economica, scientifica e poliedrica: è un arricchimento per tutti noi”. L’Abi ha omaggiato il governatore con quella che Patuelli ha chiamato “testimonianza fisica”, che rispetta il codice etico della Bce (che impone ai componenti del direttorio di non accettare omaggi di valore commerciale superiore ai 50 euro). L’associazione ha acquistato presso una libreria di libri usati sei dispense delle “Prediche inutili” di Luigi Einaudi, in edizione originale stampata nel 1956: “poco dopo la conclusione del suo incarico al Quirinale”, ha spiegato Patuelli.