Visori e pistole connesse: in un’arena vicino a Rennes, in Francia, si sperimenta un’innovativa realtà virtuale immersiva che sta prendendo sempre più piede. Si gioca in circa 500 metri quadri, senza fili, in totale libertà: sfide a tre, nel visore si visualizzano gli avatar dei giocatori. Per 30 minuti ci si scontra in duelli che possono essere nella macchia mediterranea, in un mondo artico e in uno acquatico. A differenza dei laser-game, qui i giocatori camminano con calma e metodo. Prendono la mira e passano anche molto vicino ai loro avversari, senza correre per inseguirsi.
“Si possono vedere elementi visivi in bianco e nero sul pavimento, sulle pareti e sul soffitto. Questo permette al casco, che ha quattro telecamere sul davanti, di orientarsi nell’ambiente e di ritrasmettere le immagini direttamente in base alla posizione dei giocatori nell’arena”, spiega Ronan Bouchard, direttore associato del franchising (EVA) di questo gioco. Chi lo ha provato parla di sforzo fisico, quasi di sport, di videogioco portato nella realtà, e piace anche alle donne. “Non si direbbe, ma fisicamente è faticoso – dice una ragazza – quando usciamo abbiamo caldo, siamo sudati, mentre alla fine, quando la gente ci guarda, stiamo solo camminando, ci accovacciamo e spariamo alla gente. Ma alla fine siamo davvero sudati”.