Tensione diplomatica tra Italia e Slovenia, dopo che il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, insieme al ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha partecipato alla commemorazione delle stragi delle foibe nella città di Basovizza, proprio sul confine con la Slovenia. Le parole di Tajani finite sotto accusa riguardano l’italianità di Istria e Dalmazia, aspetto quest’ultimo che ha indispettito anche la Croazia. Tajani ha anche ricordato che “migliaia di civili sono stati uccisi per il solo fatto di essere italiani da soldati che portavano sul berretto una stella rossa”. “Viva l’Istria italiana, viva la Dalmazia Italiana”, sono state le parole, pronunciate ieri a Basovizza da Tajani, nel suo discorso per la commemorazione delle vittime della foibe, che hanno irritato di Slovenia e Croazia, intervenute oggi ai massimi livelli per chiedere chiarimenti. Il presidente sloveno Borut Pahor ha scritto a Mattarella e ha espresso la propria “profonda preoccupazione” per il riferimento a una “pulizia etnica” portata avanti dagli yugoslavi nei confronti degli italiani. E il primo ministro di Lubiana, Marjan Sarec, ha parlato di un “revisionismo storico senza precedenti”. Stessa formula in pratica usata anche da Zagabria per stigmatizzare la parole di Tajani.
Secondo alcuni media sloveni nel mirino di Lubiana vi era il vice premier italiano, Matteo Salvini, che ieri ha equiparato i bambini uccisi nelle foibe alle vittime di Auschwitz. Il premier croato, Andrej Plenkovic, si e’ scagliato invece contro Tajani per il riferimento a “Dalmazia e Istria italiane”. “Condanniamo con forza e rifiutiamo la sua affermazione che contiene elementi di rivendicazioni territoriali e di revisionismo. Il Governo e la Hdz sono fortemente contrari”, ha affermato il premier ai microfoni dell’emittente N1. Plenkovic ha aggiunto di aver sentito telefonicamente Tajani e di avergli chiesto dei chiarimenti. Qualche ora dopo, il presidente dell’Europarlamento, durante la seduta plenaria a Strasburgo, ha precisato: “Con la mia presenza ho voluto ricordare le migliaia di vittime degli italiani, ma anche tra croati e sloveni. Nel discorso ho fatto presente il percorso di pace e riconciliazione tra italiani, croati e sloveni. Il mio riferimento a Istria e Dalmazia italiane non e’ una rivendicazione territoriale ma un riferimento agli esuli italiani, ai loro figli e nipoti che erano presenti alla cerimonia”.[irp]
La precisazione non ha tuttavia soddisfatto la Slovenia. E’ intervenuta anche la commissaria Ue ai trasporti, Violeta Bulc, che su Twitter ha definito “preoccupante” la dichiarazione di Tajani, e ha commentato: “Non e’ qualcosa che ci aspettiamo dai nostri leader europei. La distorsione dei fatti storici sul confine italo-sloveno e’ inaccettabile”. Altri eurodeputati, anche dello stesso Ppe, hanno criticato Tajani. “Condanno fermamente il vergognoso discorso populista del presidente del Parlamento europeo – ha detto la deputata croata del Ppe, Ivana Maletic – i popoli dell’Istria e della Dalmazia sono stati vittime di questa retorica ed e’ triste e preoccupante che alcuni non abbiano imparato dai propri errori”. “Questi commenti irredentisti non sono degni della funzione di oresidente del Parlamento europeo! Criticate Salvini per il populismo e poi usate la sua retorica!”, ha affermato l’europarlamentare socialdemocratica croata Biljana Borzan. “Una retorica irredentista che e’ un attacco aperto all’accordo Osimo, l’atto finale di Helsinki e l’imbarazzo del Parlamento europeo”, secondo l’eurodeputato socialista croato Tonino Picula.