Viviani si ritira dal Giro, devo ritrovare energie mentali
Il veronese torna a casa a mani vuote. Senza vittorie
Dopo essere stato declassato (con l’ausilio della Var) da primo a secondo, era il traguardo di Orbetello, Elia Viviani, da perenne secondo agli sprint di questo Giro d’Italia, ha subito un’ulteriore involuzione, scalando al quarto posto. Ma, cosa ancora piu’ grave, non avra’ piu’ occasioni in questa edizione del Giro d’Italia. Da domani, parafrasando Zucchero Fornaciari, ci saranno solo ‘dune mosse’ nella corsa rosa. E arrivi in quota. Sfide vietate agli atleti di peso (in tutti i sensi), riservate a chi comincia a carburare dove non ‘cresce l’erba’, perche’ e’ leggero e agile. Per questo, ma anche per altro, Viviani ha detto basta: “Mi fermo, mi manca la serenita’, dunque e’ inutile continuare”.
“Non sono sereno – prosegue il campione italiano su strada -. La mattina, quando il calore della gente mi circonda, sono felice di trovarmi al Giro; in gara, pero’, e’ evidente che qualcosa che non funziona. Un quarto posto e una vittoria-non vittoria non possono lasciarmi soddisfatto. Io e la ‘mia’ squadra puntavamo a molto di piu’. Se ne sono dette tante, ma posso garantire che non e’ una questione di forma, bensi’ di testa. Non faccio la mia solita volata, salto di qua e di la’, seguendo gli altri. Nel ‘treno’ della squadra mi manca Morkov, questo e’ vero, con i miei compagni ci cerchiamo e poi ci perdiamo”.
A Viviani, che lascia il Giro assieme al vincitore di oggi Caleb Ewan, manca soprattutto la vittoria. “Avrei voluto aggiudicarmi delle tappe con la maglia tricolore addosso, conquistare la maglia ciclamino e portarla fino alla ‘mia’ Verona, ma non e’ andata cosi’. Il ciclismo non e’ uno sport semplice. Sono deluso, perche’ ci eravamo preparati tanto e bene: il mio Giro finisce oggi, perche’ devo ritrovare la serenita’. Tornero’ a casa e mi mettero’ al lavoro per preparare la seconda parte della stagione. E’ inutile restare qua ad arrovellarsi, cercando ancora qualcosa che non arrivera’. Ieri Demare ha disegnato la piu’ bella volata di questo Giro, gli auguro di portare quella maglia fino a Verona: se lo merita. So cosa si prova a indossarla fino alla fine, un anno fa ci riuscii”.