Vecchie glorie, facce nuove, zero speranze. Sette candidati sfidano Vladimir Putin alle elezioni presidenziali in Russia il 18 marzo. Nessuno di loro ha possibilità di vincere. Indagini condotte da istituti di ricerca sull’opinione pubblica affermano che circa il 70% dei russi è favorevole alla rielezione del già tre volte presidente, che ha 65 anni e una popolarità oltre l`80%. Ma studi di centri demoscopici indipendenti, come il Levada, fotografano un’altra realta’: la diffusa apatia, il fatto che le presidenziali abbiano gia’ un vincitore scontato, l’appello al boicottaggio del voto lanciato dal leader dell’opposizione di piazza Aleksei Navalny. Tutti elementi che potrebbero tenere i russi lontano dai seggi e l’affluenza crollare ai livelli piu’ bassi della storia russa post-sovietica: tra il 50 e il 55%. Insomma Putin è l`unico cavallo vincente e la gara ha già una conclusione scontata. Secondo il sondaggio VTsIOM, subito dopo Putin, si piazzerebbe con una notevole distanza (6,9%) Pavel Grudinin, il cosiddetto “oligarca rosso”, candidato del partito comunista e concorrente inatteso di questa corsa al Cremlino. Il leader nazionalista Zhirinovsky raccoglie per ora il 5,7% delle preferenze, davanti alla candidata ‘d’opposizione’, la giornalista tv Ksenia Sobchak, per la quale sono disposti a votare solo l’1,3% dei russi intervistati. Tuttavia se questi “signor nessuno” sono in lizza un motivo c`è: dimostrare all’elettorato che qualsiasi altra alternativa non è all’altezza. Da notare: quando Putin è stato eletto per la prima volta presidente nel 2000, c’erano 12 candidati per il posto. Quest’anno le elezioni presidenziali del 18 marzo presentano otto candidati, il doppio rispetto al 2008. Ecco i sette candidati.
GRUDININ, LO STRANO CASO DEL MAGNATE-COMUNISTA. Tra gli sfidanti di Putin, Pavel Grudinin è uno dei volti più nuovi della politica russa. Soprannominato il “candidato alla fragola”, il 57enne è il più grande coltivatore di fragole della Russia e possiede un’impresa agricola fuori Mosca. È stato inaspettatamente spinto nella corsa dal Partito Comunista (KPRF), nella quale ha superato Gennady Zyuganov (eterno secondo nelle precedenti elezioni). Grudinin non è un membro del KPRF. Secondo i sondaggisti è probabile che raggiunga il secondo miglior risultato dopo Putin, con circa il 6% dei voti. Come volto nuovo con visioni moderate, Grudinin sta facendo ancora meglio del previsto. Ma i media statali non lo amano e hanno denunciato un presunto possesso di conti bancari esteri.
ZHIRINOVSKY, IL VETERANO CHE FA SEMBRARE Putin UN MODERATO. I
suoi discorsi nazionalisti infuocati e rigidi, durante i quali spesso minaccia l’Occidente con attacchi nucleari, sono un argomento frequente dei talk show russi: ma quello che è più evidente per i politologi è che Vladimir Zhirinovsky rende Putin moderato e ragionevole. Realisticamente dunque non è un vero contendente del presidente in carica. Piuttosto il principale rivale di Grudinin per il secondo posto. Veterano politico tra i candidati, ha 71 anni, guida il partito Liberal-democratico della Russia populista di destra (LDPR) e si è candidato per la presidenza per la prima volta nel 1991. Sebbene LDPR sia formalmente un partito di opposizione, Zhirinovsky è stato a lungo considerato parte delle istituzioni in Russia ed è politicamente in linea con il Cremlino.
AVLINSKY, IL LIBERALE D`ANNATA. Ha la stessa età di Putin: 65 anni. In politica fin dai primi anni `90, è cofondatore del partito liberale Yabloko. Grigory Yavlinsky ha cercato la presidenza quasi quanto Zhirinovsky; candidato per l’ultima volta a presidente nel 2000, finendo terzo con il 6% dei voti. Yavlinsky è considerato un politico liberale con opinioni filo-occidentali, ma non è mai stato in grado di attirare il più ampio elettorato russo. La sua base di sostenitori sembra essere in contrazione e probabilmente otterrà una percentuale di voti sotto l`1%.
TITOV, IL CANDIDATO PIÙ PUTINIANO DI PUTIN. Dal 2012 gestisce i diritti degli imprenditori russi per conto di Putin. Nella campagna presidenziale, sta cercando di fare appello alla classe economica liberale. Ha 57 anni ed è uno dei candidati più giovani in lizza. Rappresenta il neonato Partito della crescita, a favore business, ma senza alcun ruolo rilevante nella politica russa e alcun successo elettorale.
BABURIN, RITORNO AL FUTURO DI UN NAZIONALISTA. L’apparizione di Sergei Baburin in queste elezioni è un ritorno al futuro. Il 59enne era un politico conservatore negli anni `90, vicepresidente parlamentare. Poi è praticamente sparito. Baburin è a capo dell`Unione Panrussa del popolo, un partito marginale, conservatore, che sostiene (guarda un po`) Putin nella politica interna ed estera. Nella campagna elettorale per la Duma 2007, Baburin ha ottenuto ampia attenzione da parte dei media proponendo una legge che assegna a ogni russo 4 milioni di rubli (circa 150.000 dollari ) come mezzo di compensazione una tantum per i reati di privatizzazione delle proprietà statali nei primi anni ’90.
OBCHAK, GIÀ SIGNORA DELLA TV SPAZZATURA. La 36enne ex star dei reality (solo dieci anni orsono tutti i 20enni la conoscevano grazie alla trasmissione “Bionda nel cioccolato”) ha trasformato l`opposizione extraparlamentare in qualcosa di molto diverso. Già potenziale candidata presidenziale all’inizio di settembre 2017, secondo Vedomosti – che citava fonti dell’amministrazione presidenziale – ha incontrato le necessità del Cremlino alla ricerca di una “sparring partner” femminile per Putin nella campagna presidenziale. L’articolo menzionava diverse donne politiche, poi citava una fonte che diceva che Ksenia Sobchak sarebbe stata la “candidata ideale”. Figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo, Anatoly Sobchak, l’uomo considerato il mentore politico di Putin, si è fatta un nome prima con la tv spazzatura, poi schierandosi tra le fila dell`opposizione e poi rompendo con Aleksey Navanly. Oggi rappresenta un’agenda liberale ed è cautamente critica nei confronti di Putin. Da quando ha annunciato la sua candidatura, ha avuto accesso praticamente illimitato ai media. Tuttavia non ci si aspetta che riceva una parte significativa dei voti.
MAXIM SURAIKIN, LO STALINISTA ALTERNATIVO. Moscovita doc e di famiglia comunista. Maxim Suraikin, altro volto giovane in queste elezioni. Il 39enne è presidente del partito Comunisti di Russia, fondato nel 2009. Suraikin si è posizionato come alternativa al Partito comunista russo. Il KPRF ha accusato Suraikin e il suo partito di essere un progetto del Cremlino, per dividere il voto comunista. Ma resta il fatto che il suo movimento sta rapidamente guadagnando peso e ha già superato il “vecchio” KPRF in alcuni distretti. Dopo le elezioni presidenziali nella Federazione Russa nel 2018, il rating del “Compagno massimo” sarà da tenere d`occhio.