Lo stesso filmato – in cui le giovani tenevano in mano un cartello con la data 17 dicembre – era stato considerato una sorta di rilancio da parte dei rapitori, o forse l’indicazione di una trattativa arenata. Dopo una prima “rivendicazione” da parte di Al Nusra per le immagini diffuse su YouTube, poi smentita, il video era stato giudicato “ambiguo” anche dalla tv satellitare Al Jazeera, che oggi è stata tra i primi media a dare la notizia della liberazione di Greta e Vanessa, poi confermata da Palazzo Chigi.
Greta Ramelli, 20 anni, e Vanessa Marzullo di 21 anni, erano state rapite nei pressi di Aleppo la notte tra il 31 luglio e il primo agosto. Entrambe lombarde: Greta è di Besozzo, provincia di Varese, Vanessa è nata a Brembate, nel bergamasco. Erano arrivate in Siria per operare su progetti umanitari a nome di una ong, “Horryaty”.
La notizia della liberazione oggi è arrivata inizialmente da fonti di Al Nusra, la “filiale” di Al Qaida in Siria, cosa che parrebbe confermare che le due ragazze in questi mesi sono rimaste nelle mani di questo gruppo radicale, in feroce competizione con lo Stato islamico per il controllo del territorio siriano. Subito dopo l’annuncio del ritorno in libertà di Greta e Vanessa, esponenti dell’Isis hanno commentato via Twitter, condannando la decisione di rilasciare le due giovani volontarie italiane.