“L’immigrazione è una sfida europea per la quale dobbiamo fornire una risposta europea. L’anno scorso abbiamo visto un aumento dell pressione sulla nostra gestione dei flussi migratori. L’instabilità geopolitica, le tendenze demografiche e il cambiamento climatico intensificano ulteriormente le pressioni”. Lo afferma la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in una lettera di due pagine e mezzo, più un allegato di tre pagine, che ha inviato oggi ai capi di Stato e di governo dell’Ue, in vista del prossimo Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio, a Bruxelles. La lettera prefigura una serie di misure operative, per lo più volontarie, in quattro aree in cui si può intervenire subito, mentre continua il difficile lavoro per arrivare a un accordo sulle soluzioni strutturali proposte col nuovo Patto per l’immigrazione e l’asilo”, che la Commissione ha proposto nel settembre 2020, e che da allora è rimasto sostanzialmente bloccato nel negoziato tra i governi.
“L’Ue – rileva von der Leyen – ha registrato un notevole aumento degli arrivi irregolari sulle rotte attraverso il Mediterraneo e i Balcani occidentali, le cifre più elevate dal 2016″. E l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina, ricorda, “ha causato il più grande spostamento forzato di persone in Europa dalla seconda guerra mondiale”. A questa emergenza l’Unione ha risposto con l’attivazione della protezione temporanea e “l’accoglienza di circa quattro milioni di persone in fuga dall’Ucraina”. La presidente della Commissione nota che “la gestione dell’immigrazione è una delle questioni in cima all’elenco di quelle per cui i cittadini si aspettano una forte risposta dell’Ue”, e sottolinea che “la persistenza dell’immigrazione come problema critico dimostra che solo un importante rinnovamento del nostro quadro giuridico può offrire una base solida e sostenibile per l’azione dell’Ue, e che solo un’azione comune dell’Ue può affrontare queste sfide con soluzioni europee. Il rischio che la nostra risposta non sia all’altezza della situazione – avverte von der Leyen – rimarrà sempre, fino a quando non avremo adottato il nuovo Patto sull’immigrazione e l’asilo”.
La tabella di marcia comune concordata dal Parlamento europeo e delle presidenze semestrali del Consiglio Ue, continua la presidente della Commissione, “è stata un riconoscimento fondamentale dell’urgenza di progredire verso un accordo” sul Patto. “Sono stati compiuti buoni progressi nel lavoro legislativo e le presidenze di turno svedese (appena iniziata, ndr) e spagnola (nel secondo semestre dell’anno, ndr) dovrebbero avere il nostro pieno sostegno nel portare avanti un accordo prima della fine di questa legislatura”. “Ma l’imperativo di concordare una soluzione strutturale – osserva von der Leyen – non significa che non possiamo agire ora. Al contrario, negli ultimi anni abbiamo già approfondito il nostro pacchetto di strumenti per la gestione delle frontiere e l’immigrazione, con agenzie (l’agenzia Frontex e quella per l’Asilo, ndr) più forti, maggiori risorse, un lavoro più mirato con alcuni partner chiave”.
“Siamo stati in grado – ricorda ancora – di rispondere a pressioni improvvise, intervenendo per affrontare la strumentalizzazione dei migranti da parte della Bielorussia, o per promuovere l’allineamento dei visti nei Balcani occidentali, con un migliore coordinamento attraverso la piattaforma di solidarietà sull’Ucraina e il meccanismo volontario di solidarietà o con finanziamenti dell’Ue per gli Stati membri e i principali partner”. “Sono in corso – riferisce la presidente della Commissione – i lavori per l’attuazione dei piani d’azione sui Balcani occidentali e sul Mediterraneo centrale, che affrontano le specificità di ciascuna di queste rotte. Lavoreremo – annuncia, con un chiaro riferimento alle navi delle Ong – su un approccio più coordinato alle azioni di ricerca e salvataggio, al fine di facilitare una migliore cooperazione tra gli Stati membri e le navi gestite da soggetti privati o di loro proprietà”.
Inoltre, “si continuerà ad affrontare la pressione migratoria verso altre rotte, come il Mediterraneo occidentale e orientale. Proseguiremo gli sforzi per garantire la piena attuazione della ‘dichiarazione’ Ue-Turchia”, ovvero l’accordo secondo il quale l’Ue sostiene finanziariamente lo sforzo di mantenimento dei migranti irregolari (spesso in fuga dalla guerra in Siria) fermati in territorio turco, e che erano diretti in Europa. Nelle proposte di misure operative allegate alla lettera si sottolinea poi che sarà “una priorità” il rafforzamento dei controlli alla frontiera Turco-Bulgara. Nell’allegato sono indicate le proposte operative che, spiega la presidente della Commissione, consentirebbero di affrontare le recenti pressioni migratorie e ci aiuterebbero a essere meglio preparati agli sviluppi di quest’anno”. Innanzitutto, bisognerà “rafforzare le frontiere esterne con lo spiegamento coordinato delle risorse dell’Ue nei punti strategici, tenendo conto delle differenze tra frontiere terrestri e marittime” e lavorando “in modo più mirato con i partner del Mediterraneo e dei Balcani occidentali, per consentire di affrontare i problemi più vicino alla loro fonte”.
In secondo luogo, si deve ammettere che “i ritardi e le lacune nelle procedure di frontiera e di rimpatrio comportano un costo reale per l’efficacia delle politiche” dell’Ue in quest’area. Si dovranno dunque “esaminare modalità per accelerare le procedure di frontiera”, ad esempio “applicando in modo più sistematico i concetti di paesi terzi sicuri”. C’è poi “la necessità di affrontare i movimenti secondari”, come chiedono i paesi del Nord Europa e di “garantire un’effettiva solidarietà” ai paesi mediterranei. Secondo von der Leyen, “concentrarsi sull’attuazione della tabella di marcia di Dublino contribuirà a ridurre gli incentivi per i movimenti secondari consentendo agli Stati membri di collaborare meglio. Inoltre, dovrebbe essere intensificato il sostegno ai membri più sotto pressione, anche attraverso un efficace ricorso ai ricollocamenti, mediante il meccanismo volontario di solidarietà, che dovrebbe fungere da precursore di un meccanismo permanente”.
Infine, indica la presidente della Commissione, si dovrà “intensificare il lavoro con i partner per migliorare la gestione migratoria e dei rimpatri. Nei nostri finanziamenti esterni, stiamo superando in modo significativo l’obiettivo del 10% per la spesa relativa alla questione migratoria. Quest’anno i progetti per la gestione delle frontiere e contro i trafficanti in Nord Africa e nei Balcani occidentali supereranno il mezzo miliardo di euro”. “Possiamo inviare – conclude von der Leyen – un messaggio forte dal Consiglio europeo”, mostrando che “quest’anno saremo già in grado di compiere enormi passi avanti verso la fiducia e il sostegno reciproci, che sono le basi per un approccio comune di successo dell’Ue”, in attesa che venga approvato il Patto per l’immigrazione e l’asilo.