Politica

Von der Leyen avverte: mitighiamo il rischio Cina, prima che sia tardi

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha lanciato un avvertimento agli Stati membri dell’Unione europea rispetto al rischio che si allontanino dalla strategia di mitigazione del rischio (“de-risking”) rispetto ai rapporti economici con la Cina. Von der Leyen ha affrontato la questione in due discorsi pronunciati a Berlino, pronunciando parole che non piaceranno a Pechino, dove dovrà recarsi il mese prossimo per il vertice Ue-Cina. Di fronte ai membri conservatori del Bundestag, il parlamento tedesco, ha difeso la strtegia di de-risking, parola d’ordine che è cara anche al presidente Usa Joe Biden, il quale l’ha ripetuta, all’indomani del summit a San Francisco col presidente cinese Xi Jinping, segnalando che la strategia di “de-risking” non equivale a un disaccoppiamento (“de-coupling”) tra le prime due economie del mondo.

Von der Leyen ha usato un tono più preoccupato. “Intere industrie e catene del valore per le quali la Cina faceva affidamento sul resto del mondo vengono sempre più delocalizzate a livello nazionale. Molti investitori europei amano definirlo ‘in Cina per la Cinao. Tuttavia, questo funziona solo fino a quando le aziende europee non saranno schiacciate dalla concorrenza cinese o saranno coinvolte nei disordini politici”, ha affermato von der Leyen, segnalando come le tendenze della geopolitica e della geoeconomia dovrebbero suggeriree una maggiore prudenza e concertazione a livello europeo. “Abbiamo rafforzato lo screening degli investimenti europei e i controlli sulle esportazioni e calibrato con precisione le responsabilità degli attori a tutti i livelli. Ciò significa non solo l`Europa, ma anche gli Stati membri ai loro vari livelli: tutti devono contribuire al quadro generale”, ha affermato la numero uno dell’esecutivo europeo. La strategia di sicurezza economica, tuttavia, stenta a diventare agenda dell’Ue.

 

Malcontento per restrizioni agli investimenti

 

Lunedì i ministri degli Esteri hanno nuovamente eliminato dall`ordine del giorno il dibattito sulla sicurezza economica durante la loro riunione mensile, incentrata su crisi di maggiore attualità come quella a Gaza e la guerra russo-ucraina. La politica proposta a giugno implicherebbe una serie di restrizioni agli investimenti di società private in settori sensibili, in particolare nel contesto hi-tech, e un regime di più stretto controllo delle esportazioni Ue. E’ un’ipotesi che non trova un consenso unanime tra i governi, alcuni dei quali sono gelosi delle prerogative proprie su questo settore. “In futuro, vogliamo anche garantire che il capitale e le competenze delle aziende europee e la ricerca all`avanguardia non vengano utilizzati per sviluppare capacità militari”, ha affermato inoltre von der Leyen, segnalando come il deficit commerciale record di 400 miliardi di euro dell`Ue con la Cina lo scorso anno è “il risultato calcolato e dichiarato della politica commerciale e di sicurezza della Cina”, la quale ha “la strategia dichiarata” di “ridurre la sua dipendenza dal mondo e allo stesso tempo aumentare la dipendenza del mondo dalla Cina”. E ha ricordato che “la Cina acquista sistematicamente miniere per materie prime critiche da oltre 20 anni”.

Le difficoltà nell’economia interna cinese, d’altronde, potrebbero spingere Pechino a rafforzare le esportazioni di sovracapità produttiva verso l’Europa, mentre gli Stati uniti si proteggono. “E’ prevedibile – ha detto Von der Leyen – che le aziende cinesi competono sempre più sui mercati mondiali con prezzi di dumping e quindi esercitano pressione sui concorrenti globali. In altre parole, sullo sfondo della politica restrittiva degli Stati Uniti, l`attrattivo mercato interno europeo sarà sempre più al centro dell`attenzione se non gestiamo attentamente questi effetti”. Per quanto riguarda invece la politica, Von der Leyen ha fornito la sua visione sul ruolo della Cina in un discorso alla European China Conference, organizzata nella capitale tedesco dal Consiglio euripeo delle relazioni estere e dall’Istituto Mercator di studi cinesi.

“La Cina afferma di essere sempre imparziale e di favorire soluzioni pacifiche, ad esempio in Medio Oriente. Pertanto, ogni misura di influenza di cui dispone Pechino deve essere utilizzata per prevenire un`ulteriore escalation e per lavorare il giorno dopo. La Cina aspira chiaramente a svolgere un ruolo più globale. E questo nuovo ruolo dovrebbe comportare maggiori responsabilità, non minori, per la pace e la sicurezza globale”, ha detto Von der Leyen. In particolare, la posizione di Pechino sulla guerra russo-ucraina “definirà” il rapporto Ue-Cina “per gli anni a venire”. E ha continuato: “La Cina afferma di rispettare la Carta delle Nazioni Unite. Ma non prende le distanze dalla guerra di aggressione della Russia. Quindi come rispondiamo a questo? Credo che la via da seguire sia continuare a impegnarsi con Pechino, in modo che il suo sostegno alla Russia rimanga il più limitato possibile”.

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