Si dimette il coordinatore della campagna elettorale M5s per le regionali in Calabria, Paolo Parentela. Un gesto di protesta dopo la decisione dei vertici del movimento di affidare alla piattaforma Rousseau la scelta se candidarsi o meno alle elezioni del 26 gennaio. “Con il voto di oggi su Rousseau, i vertici del Movimento 5 Stelle – accusa Parentela – scelgono di non scegliere, deludono le migliaia di attivisti calabresi che con sacrifici e rischi hanno sempre lavorato sul territorio, ignorano il percorso che abbiamo già avviato e scaricano su tutti gli iscritti la responsabilità di una scelta inquadrata in termini profondamente sbagliati. Gli stessi vertici hanno messo in gioco, cioè, il futuro del Movimento piuttosto che quello dei cittadini della Calabria e dell’Emilia Romagna, ai quali essi dovranno spiegare il perché della rinuncia a presentarci alle rispettive Regionali, nel caso in cui dovesse prevalere questo orientamento, legittimato da una consultazione democratica incomprensibilmente estesa a tanti che, vivendo altrove, non hanno le informazioni e gli strumenti valutativi per pronunciarsi con piena coscienza”.
“Non c’è alcun nesso – spiega il parlamentare – tra l’annunciata riorganizzazione del Movimento 5 Stelle, l’ennesima da circa un anno, e la scelta di chiedere agli iscritti di ogni parte d’Italia se partecipare o meno alle imminenti Regionali della Calabria e dell’Emilia Romagna. A chiunque è chiaro, infatti, che si tratta di questioni diverse: una è ristrutturare il Movimento, ampliare la partecipazione, immaginare e costruire insieme il futuro del Paese; altra è dare il nostro contributo concreto per i prossimi 5 anni in Calabria e in Emilia Romagna, così evitando la pericolosa deriva verso l’estrema destra indotta da un accecato Matteo Salvini, artefice della caduta del primo governo Conte, decisa e prodotta sotto Ferragosto per pura brama elettorale”. “Anche il semplice buon senso indica che il Movimento si rinnoverebbe se ottenesse propri rappresentanti nei due Consigli regionali che usciranno dalle riferite consultazioni, previste il 26 gennaio 2020, cioè tra poco. Perciò – rimarca Parentela – non capiamo né condividiamo la decisione di indire questo voto su Rousseau, peraltro giustificato con una forzata e vaga responsabilizzazione degli eletti 5 Stelle, che non regge né tiene conto delle emergenze ed esigenze specifiche del territorio calabrese e di quello emiliano-romagnolo”.
E sulla questione, ritorna il capo politio dei 5stelle che ricorda che il Movimento non sarà alleato col Pd alle elezioni in Emilia Romagna e in Calabria, saranno gli iscritti a decidere se correre da soli o non presentare proprio il simbolo ma, avverta Luigi Di maio, deve essere chiaro che partecipare alle elezioni significherebbe rimandare “ancora una volta gli stati generali”. “Ho parlato con i nostri parlamentari, che hanno parlato con i nostri attivisti: nessuno vuole andare col Pd in quei territori. Tutti hanno detto: vogliamo presentarci da soli”. Di Maio ribadisce quindi che “per me va bene” ma bisogna avere presente che “se noi ci presentiamo in Emilia Romagna e in Calabria adesso, non avremo tempo ancora una volta di fare degli stati generali, mentre ci diciamo che questo Movimento ha bisogno di una organizzazione solidaà”. Quindi, se partecipare o no alle elezioni “lo decideranno gli iscritti, ma tutte e due le cose insieme non riusciremo a farle”.