Cronaca

Vulcain 2.1 e Prometheus, il cuore di ArianeGroup in Francia

Nello storico stabilimento di ArianeGroup, a Vernon, si lavora a ritmo serrato per portare a regime la produzione dei motori del razzo Ariane 6, il successore di Ariane 5 (che ha lanciato il telescopio James Webb nello spazio), la nuova ammiraglia europea per il trasporto spaziale, previsto – come annunciato dall’Esa – nell’autunno 2023. Lo stabilimento di Vernon è un centro d’eccellenza dell’ingegneria aerospaziale. Askanews ha visitato la sede, dove si affina il motore del nuovo lanciatore. Il motore è il Vulcain 2.1, ultimissimo gioiello di ArianeGroup; un motore criogenico che fornisce una spinta di 1.370 chilo Newton, che funziona per 468 secondi, durante i quali brucia 150 tonnellate di idrogeno e ossigeno liquidi. Vulcain 2.1 viene montato sul primo stadio di Ariane 62 e Ariane 64, ovvero con due o quattro booster laterali, i motori a propellente solido che forniscono la spinta iniziale, prodotti in cooperazione con Avio.

Robot ergonomici, motore posizionato in orizzontale, un ciclo di montaggio innovativo, pulizia a laser. Ariane 6, non ancora partito, è già stato venduto in 29 commesse; di queste 18 (tutti Ariane 64) sono state acquistate da Amazon. Realizzato, in buona parte, in compositi leggeri in fibra di carbonio, il futuro lanciatore ha una maggiore flessibilità di utilizzo verso un più ampio ventaglio di missioni. Ma già, qui a Vernon e non solo, si pensa al futuro. Parliamo di Prometheus, il motore del prossimo lanciatore. Si tratta di un dimostratore di motore a razzo riutilizzabile a bassissimo costo, alimentato a metano o idrogeno liquidi. Ha un costo di dieci volte inferiore rispetto al tradizionale Vulcain. Poco distante da Vernon c’è la sede principale, il vero e proprio cuore propulsivo di ArianeGroup. È quella a Les Mureaux. Qui si producono i serbatoi dell’idrogeno e dell’ossigeno liquidi, e tutti gli altri componenti che, assemblati insieme al motore Vulcain 2.1, costituiscono lo stadio principale di Ariane 6.  Tutti i pezzi vengono poi trasportati, via mare, a Kourou, nella Guyana francese, sede del centro spaziale europeo, per essere qui assemblati e per partire poi alla volta dello spazio.

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