Weinstein pagò 1 milione di euro a Ambra Gutierrez per tacere su molestie
Harvey Weinstein nel 2015 pagò 1 milione di euro alla modella Ambra Battilana Gutierrez per non raccontare delle molestie sessuali a lei rivolte da parte del produttore. La donna 25enne nata a Torino da padre italiano e madre filippina che ha lavorato a Londra, a Parigi e poi a New York, ha svelato che due anni è fuggita da New York a causa di Weinstein: aveva denunciato alla polizia le molestie. Lui le aveva offerto un milione di dollari per il silenzio. Dopo un primo momento di esitazione, lei ha accettato e ha deciso di andare via dagli Stati Uniti. Ora però la ragazza è pentita ed è pronta a denunciare nuovamente il produttore. “Spero si apra presto il processo, voglio che Weinstein finisca in tribunale”, ha detto la modella a La Stampa. Nel 2005 la Gutierrez fu invitata dal produttore nella Grande Mela per incontrarla in privato: “Andai nel suo ufficio con il mio book sotto braccio”, ha raccontato la ragazza. In quel primo incontro Weinstein le avrebbe toccato il seno e avrebbe cercato di metterle la mano sotto la gonna. Lei però dice di essere fuggita e di essere andata subito dalla polizia. Le forze dell’ordine le avrebbero chiesto di tornare da lui con un microfono per raccogliere le prove, ma una volta in albergo lei non avrebbe avuto il coraggio di entrare nella sua stanza, era “terrorizzata”. Ambra riesce ugualmente quel giorno a rubare a Weinstein una dichiarazione importante: “E’ normale, lo faccio sempre”, avrebbe detto lui dopo aver ammesso di averle messo le mani addosso. Ma per il procuratore non era sufficiente per procedere con un’incriminazione. “Ho raccontato la verità… ma la mia immagine ne è uscita distrutta”. E’ lo stesso avvocato di Ambra a consigliarle di firmare l’accordo di riservatezza da un milione di dollari con il produttore hollywoodiano. “All’inizio rifiutai, erano soldi sporchi. Ma ero sola. Ho avuto paura. E ho firmato”, ha ammesso la modella. Dopo aver firmato l’accordo, Ambra decide di lasciare New York. “Nessuno mi chiamava più per lavorare. Ero depressa. Mio fratello mi portò nelle Filippine, dove sono rimasta un anno e mezzo”.