WhatsApp è entrata a gamba tesa nel dibattito sulla sicurezza e la privacy nel settore tecnologico: l’app per scambiare messaggi, lanciata nel 2010, rilevata da Facebook nel 2014 e che attualmente conta un miliardo di utenti in tutto il mondo, ha deciso di rafforzare i sistemi di sicurezza, criptando tutti i messaggi scambiati. Questo significa che testi, video e immagini inviati, da qualunque piattaforma mobile e su qualsiasi dispositivo, saranno visibili solo da chi ha inviato il messaggio e da chi lo ha ricevuto. In buona sostanza, prima di immagazzinare i messaggi sui propri server, la società li codificherà utilizzando un software messo a punto da Open Whisper Systems, gruppo no profit che sviluppa prodotti per la sicurezza. Il nuovo sistema è già operativo, ma cosa cambia effettivamente per gli utenti? Nell’utilizzo dell’applicazione, non molto. La tecnologia introdotta non cambia il modo in cui i messaggi sono inviati o visualizzati, ma impedisce a WhatsApp di leggerli, in nessun caso, appunto a causa del sistema di criptaggio “end-to-end“. Diversi media americani sostengono che la mossa di WhatsApp vada oltre lo sforzo di Apple, perché con il nuovo sistema di sicurezza (che sarà applicato a tutti in automatico) è molto difficile accedere ai dati sia per gruppi esterni che per WhatsApp stessa. E la decisione potrebbe far far arrabbiare Washington. La decisione è arrivata – come ha spiegato WhatsApp – per rendere la app più sicura e tenere lontani hacker e governi troppo oppressivi. Questo anche se in passato WhatsApp aveva fornito alcuni dati a un tribunale che aveva fatto richiesta formale al gruppo. Adesso bisogna capire in che modo si comporterà nei casi futuri e se la notizia creerà uno scontro diretto con il governo americano. Infine è interessante capire in che modo reagiranno gli altri gruppi della Silicon Valley e se anche loro stringeranno le maglie sulla sicurezza.
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA