Yonghong Li prende possesso dell’AC Milan e già pensa al futuro: Champions, stadio e ricavi
Montella non è in discussione, di Donnarumma la nuova proprietà vuole farne “una colonna del futuro”
Ieri il closing dell’operazione milionaria con il passaggio dalla Fininvest di Silvio Berlusconi al magnate Yonghong Li (foto), oggi la presa di possesso effettiva dell’AC Milan, immobili compresi, da parte della nuova proprietà cinese. Una giornata intensa che si è aperta con la conferenza stampa tenuta dal nuovo Ad del Club rossonero, Marco Fassone, preceduta da un discorso svolto dallo stesso Li e concluso con un “Forza Milan” pronunciato in italiano. Poi, nel pomeriggio, l’assemblea degli azionisti della società calcistica, ormai per il 99,93% in mano all’investitore cinese, che ha sancito il cambio di gestione con la nomina del nuovo cda e del nuovo collegio sindacale, l’elezione di Li a presidente e la modifica di alcuni articoli dello statuto. A seguire, la prima seduta del nuovo board e la nomina di Fassone quale Ad. Infine, in serata, la prevista visita della delegazione cinese a Maranello. Da oggi il board della società meneghina è composto da 8 consiglieri, quattro cinesi e quattro italiani, che rimarranno in carica per tre esercizi. Sono Yonghong Li, Li Han, Bo Lu, Renshuo Xu, Roberto Cappelli, Marco Fassone, Marco Patuano (ex Ad di Telecom e ora in Edizione Holding), Paolo Scaroni (ex Ad Eni). Dopo il no di Silvio alla carica di presidente onorario, della famiglia Berlusconi continuerà a mantenere un ruolo nell’universo Milan solo la figlia Barbara, che rimane presidente della Fondazione omonima.
Per il Milan inizia così “un nuovo capitolo”, come ha sentenziato Yonghong, che ha subito ribadito l’obiettivo della nuova proprietà: riportare la squadra ai vertici del calcio mondiale. Un programma su tre direttrici poi dettagliato da Fassone, che conta di poter “usare le leve gestionali del Club con relativa tranquillità” grazie a un indebitamento “bassissimo” e a un budget “importante”. “L’obiettivo dei prossimi anni è di ricostruire un Milan molto competitivo e ambizioso quindi certamente avremo le risorse necessarie per integrare la squadra e renderla più competitiva. In questi mesi ho agito come un advisor, da oggi mi rimetto a fare il manager e cercherò di farlo nel modo migliore possibile”, ha spiegato. Le tre linee guida sono: nel breve la stabilizzazione della squadra e la stabilizzazione di nuovi ricavi da Oriente e nel medio periodo un nuovo stadio più moderno a Milano, “sia esso San Siro o un altro nuovo. Queste tre cose – ha sottolineato dovrebbero consentirci di arrivare a competere con i big del calcio mondiale in un arco temporale non lunghissimo”. Sul fronte più strettamente calcistico l’obiettivo è “tornare il prima possibile in Champions League. Per fortuna abbiamo l’assist della Uefa che ha stabilito che l’Italia avrà 4 posizioni. Vogliamo che nella stagione 2018-19 il Milan partecipi a questa competizione”. L’allenatore Vincenzo Montella non è in discussione e sul rinnovo del contratto di Donnarumma la volontà della nuova proprietà è di “fare di Giorgio una colonna del futuro. In mezzo ci sono dei contratti e delle discussioni che sicuramente avremo, è una nostra priorità”.
Anche sul fronte manageriale l’ex dg dell’Inter ha affermato di avere le idee chiare. Innanzitutto, “Massimo Mirabelli sarà responsabile dell’area sportiva. Vogliamo portare a Milanello le migliori competenze, i migliori manager e collaboratori”, ha affermato Fassone. E a chi gli chiedeva se intenda trapiantare al Milan un pezzo di Inter ha replicato: “settimana prossima incontrerò tutti al Milan, non arrivo con nessun pregiudizio ma con la massima apertura. Però serve una struttura manageriale: ho già individuato alcuni profili, i migliori, e cercherò di dare una qualificazione manageriale a questa società, se possibile anche migliore di quella che troverò. L’obiettivo è di arrivare a inizio stagione 2017-2018 con l’organizzazione nei limiti del possibili messa al meglio”. Sul fronte ricavi, oltre a quelli attesi da San Siro e Champions, il Milan dell’era di Yonghong si attende molto da Oriente, grazie al fatto di avere ora una proprietà cinese. “Il mercato cinese va approcciato con occhio diverso. La Cina è un Paese che ha bisogno del calcio e che vuole far crescere il calcio. Certamente puntiamo anche sulle sponsorizzazioni, ma non è da questo che aspettiamo vagonate di milioni. Gli obietti del presidente Yonghong Li al riguardo sono straordinariamente moderni. Pensare che il Milan possa avere uno sviluppo importante come loro hanno in mente sui mercati dell’Oriente è sorprendente. E la chiave di accesso a quel mercato è la proprietà locale. Pensiamo alla costituzione di una nostra società in Cina deputata squisitamente e sviluppare il mondo del marketing, del licensing commerciale. Maggio, giugno e luglio saranno mesi cruciali per avviare tutta questa attività che poi andrà a incrementare la redditività del Club e un nuovo circolo virtuoso”. Infine, una promessa ai media. “Grazie a tutti voi. Come sapete abbiamo scelto di trattare stando dietro le quinte e di parlare poco. Abbiamo reso il vostro lavoro molto difficile: raccontare di un cambiamento epocale avendo informazioni solo parziali. Credo però che a conti fatti sia stata una scelta logica e corretta. Ma da questo momento in avanti la relazione sarà diversa e certamente molto più aperta”, ha assicurato Fassone.