Un cessate il fuoco da solo non basterebbe, ci vogliono garanzie che Putin non ci riprovi, serve un vero piano per il futuro dell’Ucraina; ed è troppo presto per definire pubblicamente quali ‘garanzie di sicurezza’, sarebbero necessarie da parte dell’Ue e della Nato, e se comprendano truppe di peacekeeping, in caso di cessate il fuoco. Per l’esercito ucraino, il problema vero non è quello dell’insufficienza dei soldati, e dell’abbassamento a 18 anni della coscrizione obbligatoria, ma sta piuttosto nell’insufficienza di armi, equipaggiamenti e sistemi di difesa, per evitare che i russi avanzino ancora. E’ quanto ha detto, in estrema sintesi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai giornalisti durante la conferenza stampa dopo il suo intervento al Consiglio europeo, oggi a Bruxelles.
Zelensky ha detto anche di aspettarsi e sperare che Donald Trump, con la nuova Amministrazione Usa a gennaio, “aiuti a porre fine a questa guerra”; e ha puntualizzato che non sono mai esistiti gli ‘accordi di Istanbul’ con la Russia, rivelati da un famoso articolo del ‘Foreign Affairs’ del marzo 2024 secondo cui sarebbe stata possibile la pace già nell’aprile 2022, perché in realtà all’epoca i russi a Kiev non proposero altro che un ultimatum inaccettabile a Kiev, che avrebbe costretto il popolo ucraino a rinunciare al proprio futuro, all’adesione all’Ue e alla Nato. Secondo la lettura di parte russa, furono Zelensky e l’ex premier britannico Boris Johnson a far cadere quella ‘proposta di pace’ offerta da Putin, illudendosi di poter sconfiggere la Russia.
Il problema vero per l’Ucraina non è la coscrizione obbligatoria a 18 anni, ma il fatto che non bastano le armi fornite da Ue e Nato.
“Qual è la differenza – ha chiesto Zelensky -, se una persona che avete di fronte a voi senza armi ha 30 o 20 anni? Se non è armata non c’è differenza, semplicemente non ha armi. I nostri partner stanno attirando l’attenzione sulla capacità fisica del nostro esercito’, chiedendo di arruolare anche i diciottenni. In realtà, ha argomentato il presidente ucraino, ‘abbiamo molte brigate, ne abbiamo alcune molto forti, ma sono brigate senza equipaggiamento”.
“Avevamo concordato di addestrare 12-14 brigate” negli Stati Uniti e nei paesi dell’Ue, ma, ha rilevato il presidente ucraino, “oggi abbiamo solo una brigata che è stata addestrata in Francia, e un’altra brigata che è stata addestrata in Germania dagli Stati Uniti; quindi abbiamo solo due brigate addestrate. Qui non stiamo parlando di persone, stiamo parlando di armi: non abbiamo abbastanza armi, non abbiamo abbastanza equipaggiamento. Non si tratta di non avere abbastanza effettivi; gli effettivi non sono mai sufficienti, ovviamente, avere più soldati è importante. Ma molto importante è che siano equipaggiati e che siano pronti a proteggere il paese”.
“Questa guerra – ha osservato Zelensky – è molto tecnologica, non è la Prima o la Seconda guerra mondiale, e naturalmente le persone sono molto importanti, ma anche le tecnologie moderne, i missili, i droni, la difesa aerea: ogni componente è molto importante. Come si può avanzare con l’esercito quando i missili ti cadono sulla testa e non hai il controllo dei cieli? Se non abbiamo abbastanza F16 nei nostri cieli per proteggere le nostre truppe? Questa è la situazione”. Insomma, “abbiamo bisogno di un fronte stabile, dove i russi non possano avanzare. Sembra molto facile, ma non è affatto facile, ed è molto importante”.
L’accordo di Istanbul non è mai esistito, era un ultimatum di Putin?
Il cosiddetto ‘Accordo di Istanbul’, in realtà “non è mai esistito”, ha detto Zelensky. “Ci fu un ultimatum da parte della Federazione Russa nel 2022 quando iniziarono le prime occupazioni”, come “diverse fonti hanno mostrato”, ma “l’Ucraina non lo ha mai accettato”. All’epoca, ha spiegato, “ci furono incontri in Bielorussia e in Turchia e tutti questi incontri facevano riferimento agli “accordi di Istanbul”, ma “l’ Ucraina non aveva firmato nulla, gli accordi non esistono, avevamo solo risposto all’ultimatum da parte russa”.
Dopo che sembrava avesse finito di parlarne, Zelensky ha voluto riprendere la questione. E ha chiesto, rivolto ai giornalisti: “Scusate, ma come potete chiamare accordo quell’ultimatum? Conteneva solo la smilitarizzazione, la cosiddetta ‘denazificazione’ dell’Ucraina; quello che volevano – ha ricordato – era annientare il nostro esercito, con solo 40-50 mila uomini; l’Ucraina avrebbe dovuto arrendersi, congelare il conflitto, cambiare la direzione del suo futuro, niente Nato, niente Europa, ritornare alla Russia; avremmo dovuto privarci della nostra indipendenza, privarci del nostro futuro. E questa persona (Putin, ndr) ora dice che questi erano accordi. Queste sono fantasie, lui vive in un mondo diverso, nel suo acquario, temo”.
Le ‘garanzie di sicurezza’ richieste ai paesi Ue, al Regno Unito e alla Nato in caso di cessate il fuoco riguardano il dispiegamento in Ucraina di truppe di peacekeeping?
“Non posso parlarne pubblicamente ora, dovete capire: non ci sono decisioni al riguardo”, ha risposto Zelensky a questa domanda dei giornalisti. “Sì, c’è una certa volontà, quella che ritengo sia una volontà politica, la comprensione che Putin è pericoloso. E c’è comprensione, comprensione totale, del fatto che non si fermerà solo all’Ucraina, che questa non è una narrazione europea o qualcosa del genere. No, non si fermerà, questo è un dato di fatto. Perché lui ha bisogno di mostrare il suo successo ai cittadini russi”.
“Ecco perché – ha continuato il presidente ucraino – non posso condividere alcun dettaglio finché non saranno prese le decisioni, e ancora una volta, dovranno essere decisioni comuni degli Stati Uniti e dell’Ue; è molto, molto importante. E voglio dire l’Europa, non solo l’Ue, perché ovviamente, c’è anche il Regno Unito che ne farà parte, ci contiamo”.
Che cosa cambierà con Trump alla Casa Bianca.
“Per noi è molto importante. Penso che il presidente Trump sia un uomo forte e desidero molto averlo dalla nostra parte. Voglio discutere più in dettaglio con lui di questa guerra, penso che sia molto importante, perché non era in questa guerra, non era il presidente” quando è iniziata. “Conto sul tempo – ha proseguito il presidente ucraino – per parlare, pensare, ascoltare e sentire il suo punto di vista, e mostrare tutti i nostri punti di vista; perché, voglio dire, questa guerra dipende principalmente dalla forza del nostro popolo, perché penso che questa sia la priorità, e spero che mi capirà. Perché non importa cosa siamo stati in passato, uomini d’affari o politici, siamo solo persone. Comunque, penso che abbiamo le stesse emozioni, gli stessi valori, spero. Lo spero davvero”.
“Putin – ha sottolineato Zelensky – è molto pericoloso, per tutti, pericoloso. Per lui la vita umana non conta, per lui non è niente. Penso che sia pazzo, penso di sì. Davvero, e credo che anche lui pensi di essere pazzo. No, davvero. Gli piace uccidere. È molto pericoloso per tutti. E voglio che Trump ci aiuti a metter fine a questa guerra”.
Il cessate il fuoco da solo non basterebbe, ci vogliono garanzie che Putin non ci riprovi, serve un vero piano per il futuro dell’Ucraina.
“Per quanto riguarda il cessate il fuoco – ha precisato il presidente ucraino – dobbiamo capire che non possiamo vivere con il conflitto congelato nel nostro territorio; quando parliamo di cessate il fuoco, in qualsiasi conflitto, in qualsiasi guerra, la gente sa che cosa succederà dopo, come dovrebbe finire. Si deve avere in mente cosa succederà domani per creare un cessate il fuoco oggi, altrimenti non si fa che congelare il conflitto. Ed è per questo che l’Ucraina ha bisogno di garanzie di sicurezza; abbiamo bisogno di avere una nostra posizione forte e garanzie di sicurezza. Ovviamente, vogliamo lavorare per porre fine alla guerra, vogliamo la pace, ma vogliamo una pace stabile. E va da sé che la Russia non è interessata a questo, e lo dimostra costantemente”.
“Sono contro un cessate il fuoco che si limiti a questo, un cessate il fuoco e basta”, ha ribadito poi Zelensky. “Perché? L’ho detto ai nostri partner: immaginate, ad esempio, che abbiamo un cessate il fuoco, e tutti sono contenti: finalmente. E poi immaginate che tra due mesi Putin torni, o tra sei mesi, o tra un anno o due anni. Chi perderebbe? Tutti. Perderebbero tutti coloro che avessero preso questa decisione, un accordo del genere. Perché dopo questo, non so cosa potremmo fare. Ecco perché penso che abbiamo bisogno di un vero piano, di una posizione forte; e conto molto sul fatto che avremo unità tra gli Stati Uniti e i leader europei’, ha concluso Zelensky.