Il “pieno sostegno” dell’Italia sul piano militare, politico, finanziario, umanitario e della ricostruzione “per tutto il tempo necessario e oltre”. È questo il messaggio che, all’unisono, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni hanno ribadito a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è arrivato questa mattina a Roma, per una tappa che ha visto nel pomeriggio anche l’incontro con papa Francesco in Vaticano. Felpa nera con stampato il tryzub, il tridente ucraino simbolo di libertà, Zelensky è arrivato al Quirinale intorno a mezzogiorno, accolto nel cortile dal capo dello Stato, con cui non si incontravano dal 2020. I due hanno avuto un colloquio di circa mezz’ora nella sala degli Arazzi. Mattarella, secondo quanto si apprende, ha ribadito l’appoggio dell’Italia a Kiev, sottolineando che nella guerra “sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”. Il presidente della Repubblica ha anche ribadito l’impegno e l’auspicio per la pace, “per la quale tutti lavoriamo”, che deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale e che dunque deve essere “una pace vera e non una resa”.
A questo proposito, Zelensky ha assicurato che “noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace” dicendosi “aperto” a “tutti i contributi internazionali” ma sottolineando che “la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”. Tra i temi affrontati anche i bombardamenti delle strutture civili, il rapimento dei bambini ucraini (definita da Mattarella “una pratica straziante e ignobile”) e il processo di adesione all’Ue, su cui l’Italia garantisce massimo supporto. Terminato l’incontro al Quirinale, Zelensky è arrivato a Palazzo Chigi accolto da Meloni, con cui si era visto l’ultima volta a Kiev lo scorso 22 febbraio. Si sono scambiati un caloroso abbraccio e due baci, a testimonianza di una “amicizia personale”, prima di un colloquio di oltre un’ora da soli, quello che i cerimoniali definiscono un ‘tete-a-tete’, quindi senza lo staff ma anche senza interpreti: i due hanno parlato in inglese. Poi il pranzo di lavoro aperto alle delegazioni (per l’Italia c’erano i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della difesa Guido Crosetto e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) prima delle dichiarazioni alla stampa.
Meloni ha ribadito, come già aveva fatto Mattarella, “pieno sostegno a 360 gradi” contro la “brutale e ingiusta aggressione russa” “per tutto il tempo necessario e oltre”. Il leader ucraino ha ringraziato: “non dimenticheremo mai”, ha assicurato, l’aiuto dell’Italia che è “dalla parte giusta”. Per quanto riguarda l’appoggio militare, Zelensky, anche in vista dell’annunciata controffensiva, ha presentato le sue richieste e ottenuto, ha spiegato, “importanti decisioni sulla difesa del nostro cielo”. Ma l’impegno dell’Italia non si limita all’assistenza militare: c’è l’impegno finanziario, quello umanitario, con l’accoglienza dei profughi, e anche per la ricostruzione, perché l’Italia “scommette sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, libertà e un futuro europeo”. A questo proposito, per l’Italia – e Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi con Ursula von der Leyen – è “doveroso” riconoscere l’impegno nel processo di adesione all’Europa di Kiev che sta portando avanti riforme con “enormi passi avanti”. “Quello che gli ucraini stanno facendo lo fanno per l’Europa, i loro sacrifici sono fatti anche per difendere nostra libertà”, ha tenuto a dire la premier, lanciando un messaggio anche interno: “Questo è molto importante capirlo in Europa e in una nazione”, l’Italia, talvolta “vittima di una propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito”.
Mentre aiuta gli ucraini a difendersi, Roma però lavora anche per la pace, una “pace giusta” che potrà esserci “solo se la Russia cesserà le ostilità”, senza che ci sia alcuna “opzione di resa” perché sarebbe “terribilmente ingiusto” ma anche “molto pericoloso per la pace in Europa”. L’Ucraina, ha detto da parte sua Zelensky, “ha proposto una formula di pace ma la Russia ha risposto con i propri missili e l’artiglieria, non sono interessati alla pace, non la vogliono”. Su questo, grande attenzione (e anche speranza) viene riposta nell’incontro con il Papa: è probabile – ma su questo niente trapela – che Meloni e Zelensky nel loro faccia a faccia abbiano parlato anche del successivo incontro con Francesco. La presidente del Consiglio, rivolgendosi ai giornalisti, ha dichiarato il suo “apprezzamento” per l’impegno del pontefice e sottolineato che quella di oggi è “una giornata importante per tutti”. La speranza della premier, sottolinea chi le sta vicino, è che dalla visita di oggi, in particolare dall’appuntamento Oltretevere, possa arrivare qualche significativo passo avanti.