Zelensky: Occidente codardo. Erdogan a Putin: cessate il fuoco il prima possibile

Zelensky: Occidente codardo. Erdogan a Putin: cessate il fuoco il prima possibile
Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan
28 marzo 2022

La guerra in Ucraina non si arresta. Gli attacchi russi si sono spinti fino a Leopoli, città dell’ovest a soli 70 chilometri dal confine con la Polonia (forse una risposta anche alla presenza a Varsavia del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden). Distrutti alcuni palazzi in una zona residenziale, e un deposito di carburante è andato in fiamme. Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha dichiarato nel suo briefing quotidiano che Mosca ha usato missili a lunga gittata ad alta precisione: “Il 26 marzo, missili a lunga gittata ad alta precisione hanno distrutto un deposito di carburante vicino alla città di Leopoli, che forniva carburante ai soldati ucraini nelle zone occidentali dell’Ucraina e anche a Kiev. Inoltre, missili ad alta precisione hanno distrutto le officine dell’impianto di riparazione radio nella città di Leopoli. Questa fabbrica veniva usata per rivedere e modernizzare i sistemi missilistici terra-aria Tor e S-125, stazioni radar per le forze aeree ucraine, attrezzatura elettronica di guerra e mirini per i carri armati”.

Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato l’Occidente di codardia, criticando “il ping-pong su chi e come dovrebbe consegnare i jet” per aiutare l’Ucraina a difendersi dai bombardamenti russi. Parlando in un nuovo video sui suoi canali social, Zelensky ha fatto il paragone con i soldati che combattono a Mariupol: “Oggi ho parlato con i difensori di Mariupol, sono in costante contatto con loro. La loro determinazione, il loro eroismo e la loro fermezza sono straordinarie. Se solo coloro che da 31 giorni stanno pensando a come mandarci dozzine di jet e carri armati avessero l’1% del loro coraggio…”. Dal fronte diplomatico, invece, la presidenza turca fa sapere che il prossimo round di negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina si terrà a Istanbul il 29 e il 30 marzo. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, sulla guerra in Ucraina e sui negoziati che riprenderanno martedì a Istanbul. Erdogan, riferisce l’ufficio di presidenza turco, avrebbe “sottolineato la necessità di stabilire un cessate il fuoco e la pace” tra Mosca e Kiev “il prima possibile”. 

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“Demilitarizzazione” e “denazificazione” dell’Ucraina “non sono in discussione”, per Zelensky, sull’uso della lingua russa si discute, e sullo status di neutralità dell’Ucraina “se ne sta discutendo, siamo pronti per farlo”. Ovviamente sottoponendo l’eventuale accordo al referendum popolare, che per essere credibile dovrà svolgersi senza truppe russe nei confini di Ucraini, e con la garanzia che venga rispettato da parte russa, “non come il Memorandum di Budapest”. Ma il punto più importante è il quarto, “le garanzie di sicurezza e neutralità, lo status non nucleare del nostro Stato. Siamo pronti per farlo. Questo è il punto più importante. Questo è stato il primo punto di principio per la Federazione Russa, per quanto mi ricordo. E per quanto mi ricordo, hanno iniziato una guerra per questo…”, ha osservato Zelensky. “È ora che hanno iniziato ad aggiungere punti agli ultimatum – e [all’inizio] hanno affermato che la NATO si stava espandendo”. Comunque “se ne sta discutendo.

È profondamente elaborato, ma mi interessa che non dovrebbe essere un altro pezzo di carta come il Memorandum di Budapest”. “Pertanto – ha proseguito Zelensky – ci interessa che questo documento si trasformi in un accordo serio che verrà firmato” e che “deve essere ratificato dai parlamenti dei paesi garanti, questi sono due”. E poi “ci deve essere un referendum in Ucraina. Come mai? Perché abbiamo una legge sui referendum. E le garanzie di sicurezza richiedono modifiche costituzionali”. Ultima precisazione: “Un referendum è impossibile quando c’è la presenza delle truppe. Nessuno potrà mai conteggiare i risultati di un referendum se sul territorio del Paese sono presenti truppe o formazioni armate illegali o formazioni legittime di un altro Stato senza alcun fondamento giuridico. È impossibile. Questo è quello che è successo in Crimea. Cos’è questo referendum? Si può sapere solo da chi?… Facciamo un referendum, e poi nessuno lo riconoscerà. Come mai? Perché c’erano le truppe. Questo è un processo illegittimo”.

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