Il freddo polare tornato a soffiare sulle zone del terremoto del 2016 manda in tilt i servizi essenziali dei villaggetti delle Sae, le soluzioni abitative d’emergenza dove molte persone hanno trovato alloggio dopo i fenomeni sismici di agosto e ottobre 2016. Il coordinamento dei comitati civici nati a seguito del terremoto sta raccogliendo, nelle ultime ore, numerose testimonianze di caldaie non funzionanti e boiler letteralmente “fatti saltare” dal gelo delle ultime ore. Da Amatrice – e frazioni – ad Arquata del Tronto. Dove, addirittura, alcune casette consegnate appena quattro mesi fa hanno fatto registrare un blocco nell’erogazione dell’acqua calda, per via dei boiler montati sui tetti. Strutture che non hanno retto alle rigide temperature delle ultime due notti, con la colonnina di mercurio arrivata a fiorare i 15 gradi sotto zero. Temperature gelide, ma di certo non nuove nelle zone colpite dal terremoto, dove gli inverni sono sempre stati piuttosto rigidi. “Decine di persone sono al freddo e senza acqua calda – riferiscono dal coordinamento dei Comitati Terremoto Centro Italia – quello dei boiler e’ un problema che ormai denunciamo da tempo.[irp]
All’incapacita’ di affrontare una situazione resa ancora piu’ complicata dal tipo di clima, si aggiunge l’arroganza di dire che va tutto bene. Senza contare che e’ stato fornito un numero per l’emergenza maltempo non attivo, che ha gettato nel panico chi chiamava”. Che la situazione non sia del tutto sotto controllo lo si evince dalla nota emanata nelle ore scorse dal Comune di Amatrice. Una nota in cui, in via precauzionale, si fa presente che “poiche’ le nuove urbanizzazioni non sono ancora state testate in occasione di climi molto rigidi, si raccomanda ai cittadini di non spegnere i riscaldamenti e, ove si riscontrino criticita’, di lasciare sempre una minima quantita’ d’acqua circolante negli impianti ad evitare il congelamento delle tubature. Le coibentazioni recentemente effettuate sulle Sae sono appunto finalizzate ad evitare inconvenienti di questo tipo; ogni interruzione dell’afflusso idrico deve essere tempestivamente segnalata ai numeri d’emergenza, per consentire l’intervento della task force appositamente allertata”. Ma a detta dei comitati che vigilano sulle zone colpite dal sisma, alla task force pur presente – tanto da parlare di “imponente presenza di volontari della Protezione civile e ambulanze” – serve personale tecnico in grado di far funzionare correttamente i boiler, o ripristinare quelli danneggiati dal freddo gelido portato dal Buran siberiano. Agi